Si sono svolti ieri, in procura a Marsala, davanti al gip Riccardo Alcamo, alla presenza del pm Filingeri, gli interrogatori di garanzia dei 4 ragazzi denunciati da una diciottenne. La vittima aveva raccontato di essere stata attirata in una casa di Tre Fontane, frazione balneare di Campobello di Mazara, pensando che lì dovesse svolgersi una festa. A quel punto, dopo un primo rapporto consenziente, sarebbe stata violentata dal ‘branco’.
I due cugini marsalese di 23 e 24 anni, alla presenza del loro avvocato Massimo Mattozzi, avrebbero chiarito la loro posizione raccontando una versione dei fatti che “naturalmente” (sostiene lo stesso legale) non coincide con il racconto della vittima. Gli altri due, un ventenne e un ventiduenne, si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. I quattro, assieme ad un quinto giovane minorenne, sono accusati, “in quanto, a titolo di concorso morale e materiale tra loro, costringevano e inducevano la vittima a subire atti sessuali sia mediante violenza fisica sia abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della persona offesa”.
Nel corso delle indagini la procura ha dovuto anche chiarire il contributo del padre della diciottenne a seguito della pubblicazione di alcuni stralci dell’ordinanza di custodia cautelare, da cui si evince l’iniziale diffidenza del padre rispetto alla ricostruzione fatta dalla figlia. “Dopo un iniziale momento di incredulità dovuto all’estrema gravità del fatto denunciato, il genitore della persona offesa – ha affermato il procuratore-capo di Marsala, Vincenzo Pantaleo – si è mostrato solidale nei confronti della figlia e ha collaborato con gli inquirenti ai fini dell’accertamento della verità”.
Quando l’uomo è stato interrogato dai carabinieri titolari dell’indagine, ha ricostruito l’intera vicenda senza alcuna remora. Altrettanto ha fatto il fratello della ragazza. Il padre della diciottenne che ha denunciato lo stupro di gruppo a Campobello di Mazara non ha voluto quindi coprire i giovani accusati della violenza sessuale.