Via per Camporeale, progetto approvato. Direzione al Genio Civile? Rinnovati gli indennizzi agli evacuati

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Si muove qualcosa di definitivo per la risoluzione del dissesto idrogeologico che nel gennaio scorso provocò una vasta frana sulla via per Camporeale, alla periferia sud-est di Alcamo, che costrinse il comune e la protezione civile a chiudere il transito veicolare ed anche a fare evacuare alcune famiglie e un’attività artigianale.  Il 10 settembre scorso si è svolta la conferenza dei servizi che ha approvato il progetto di messa in sicurezza del movimento franoso. Il prossimo passaggio riguarda la validazione degli stessi elaborati che sta per essere inviata alla Regione dalla direzione 4 del comune di Alcamo.

Il commissario regionale per il dissesto ha proposto di affidare la direzione dei lavori, per fare più in fretta, è stata assegnata al Genio Civile di Trapani. Per questo l’ingegnere capo Giancarlo Teresi ha già inoltrato richiesta al suo superiore, il dirigente generale del dipartimento regionale. Dovrebbero comunque essere abbastanza brevi i tempi per portare in appalto i lavori necessari a ridare sicurezza alla zona, a riaprire il transito veicolare oltre che da e per Camporeale anche verso numerose e pregiate aziende agricole, consentire alle famiglie evacuate, dopo quasi un anno, di ritornare nelle loro case.

Intanto la vicenda ha causato finora notevoli esborsi alle casse comunali. Oltre alle opere per rendere transitabili alcuni percorsi alternativi, il Comune, dopo avere sostenuto le spese per fare alloggiare le famiglie negli hotel della cittadina, ha liquidato circa 27.000 euro assegnare gli indennizzi alle 5 famiglie che ancora sono senza la loro abitazione. Poco meno di 5.000 euro complessivi al mese. Il semestre è scaduto ad agosto ed il 30 dello stesso mese è stata emessa una nuova ordinanza semestrale e sempre alle stesse cifre.  Fra tempi burocratici per indire l’appalto e poi per avviare i lavori, e tempi necessari ad effettuare le opere di messa in sicurezza, appare necessaria almeno un’altra proroga di altri sei mesi.