Verde e ambiente, tanti problemi ad Alcamo. Associazioni mute e quasi narcotizzate

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Gruppi ambientalisti ad Alcamo del tutto sopiti. Anzi stanno diventando degli illustri sconosciuti. Dove sono finiti, ad esempio, il fermento e le barricate sollevate anni fa quando il comune pensò di togliere un albero di jaracanda da piazza Mercato? E dove sono finiti i tanti ambientalisti alcamesi che, decenni prima, furono protagonisti assoluti della marcai che salvò lo Zingaro? Saranno i tempi moderni o forse la stanchezza di combattere contro i mulini a vento, ma queste associazioni, attivissime, propositive e combattive fino a qualche tempo fa, sembrano quasi narcotizzate.

E dire che ad Alcamo vicende poco allegre che riguardano il verde e l’ambiente ce ne sono. Da quelle piccole, come le piante decorative non innaffiate o ripulite, a quelle molto più grandi e che vanno oltre, per esempio, agli alberelli piantati dal comune di Alcamo e mai curati. Tanto per segnalarne alcune, le più serie riguardano monte Bonifato, il parco sub-urbano e ciò che arriva in mare dal torrente Canalotto. Su questi tre argomenti le associazioni ambientaliste alcamesi nell’ultimo quinquennio hanno forse prodotto soltanto un paio di comunicati-stampa e forse una manifestazione.

E dire che sulla montagna di Alcamo ce ne sono parecchi a cominciare dalla mancanza quasi decennale di un direttore. Poi il balletto delle compoetenze fra Regione, Libero Consorzio, Forestale e comune di Alcamo su chi e dove e quando può e deve intervenire. Il risultato è che i problemi sono sempre quelli, anche incancreniti, e spesso sfociano nel degrado, nell’assoluta mancanza di pulizia del sottobosco, e  nell’abbandono scriteriato dei rifiuti. L’area pic-nin, per esempio, è stata devastata e nessuno protesta.

Che fine ha fatto il coordinamento salviamo Monte Bonifato? Che iniziative ha fatto negli ultimi anni? Adesso sono tutti soddisfatti dell’operato della cosa pubblica per la montagna di Alcamo. Legambiente, WWF, Fare Ambiente, Lipu e altre associazioni nel silenzio più assoluto anche per la chiusura del parco sub-urbano. Il più grande polmone verde della cittadina è sbarrato da tre anni e diventato preda di attacchi vandalici di ogni genere. Silenzio assoluto anche per le poco confortanti notizie che giungono dal torrente Canalotto e quindi anche dal depuratore comunale di Vallone Nuccio.

L’acqua da marroncino è diventata anche nera. Sembra quindi impossibile che possa trattarsi di scioglimento di fanghi essiccati. Eppure gli unici a lamentarsi sono i residenti della zona Canalotto di Alcamo Marina e coloro che sono appassionati di mare. Chi anni fa urlava possibili e gravi inquinamenti, ad Alcamo si è completamente zittito.