Dai dati emerge che, in Sicilia, quasi il 14 per cento delle imprese percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza rispetto allo scorso anno. L’andamento rivela anche che l’usura, negli anni della pandemia, ha avuto un aumento del 31 per cento. A questo bisogna aggiungere il racket delle estorsioni che è in crescita, stando alla percezione manifestata degli imprenditori, del 21 per cento. Un timore generale per le imprese siciliane che diventa ancora maggiore per le grandi città.
Di fronte a tali fenomeni il 58,4 per cento degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 33,6 per cento dichiara che non saprebbe cosa fare, il 6,4 per cento pensa di non poter fare nulla. Almeno 3.000 imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività sono oggi ad elevato rischio usura. L’illegalità costa alle imprese siciliane del commercio e dei pubblici esercizi quasi un miliardo 200 milioni di euro all’anno e mette a rischio circa 10mila posti di lavoro. E i dati sono destinati a salire perché in questo periodo di grave crisi economica e di costi alle stelle di energia e metano, sono sempre di più gli imprenditori disperati che si rivolgono agli strozzini