Usura ed estorsione, condannato un commerciante alcamese

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Un commerciante di frutta Fabio Provenzano, 39 anni, con negozio ad Alcamo ma originario di Partinico, è stato condannato a sei anni per i reati di usura ed estorsione. La vicenda risale al dicembre di due anni fa quando i carabinieri indagando su un tentativo di suicidio scoprirono che un imprenditore agricolo alcamese di 70 anni, voleva togliersi la vita poiché non riusciva più a pagare il debito contratto con l’usuraio. Aveva ottenuto un prestito di 40 mila euro ma l’usuraio per estinguere il debito ne pretendeva 80 mila. L’ imprenditore agricolo, difeso dall’avvocato Davide Bambina, aveva già scucito cinque assegni da 5 mila euro ma avrebbe subito pressioni e minacce per saldare tutto il conto. Ingerì numerosi farmaci e con un messaggio informò il fratello. Questi chiamò i carabinieri che lo trasportarono in ospedale facendosi poi spiegare i motivi di questo gesto.

Le indagini portarono all’arresto di Fabio Provenzano, con numerosi precedenti penali. Ieri si è celebrato il processo davanti ai giudici del tribunale di Trapani.  Il Pm aveva chiesto nove anni di reclusione. Fabio Provenzano, assistito dagli avvocati Sergio Cangelosi e Luigi Pipitone, oltre alla condanna a sei mesi ha avuto inflitti sei mila euro di multa più la confisca di 20 mila euro e il risarcimento di 10 mila euro. Dovrà risarcire con 2 mila e 500 l’Associazione antiracket e antiusura che si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Giuseppe Margagliotti. Allo stato attuale si trova in carcere per maltrattamenti alla moglie. Di recente per lo stesso Provenzano il Pm ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi col rito abbreviato perché coinvolto nell’operazione antidroga “Aquila” della polizia di Alcamo. La sentenza prevista per il 26 febbraio. Nel luglio di quattro anni fa Fabio Provenzano salì alla ribalta della cronaca per avere provocato la morte di due suoi figli di nove e 14 anni dopo avere perso il controllo della sua Bmw 230 quando aveva appena concluso una diretta video sul suo profilo Facebook, rimosso il giorno seguente. Si schiantò a velocità sostenuta su un guardrail dell’autostrada A 29 in prossimità dello svincolo di Alcamo est.  Per la morte dei due suoi figli venne condannato a 4 anni e 8 mesi. Ora una nuova condanna a sei anni per usura ed estorsione. Gli avvocati hanno preannunciato appello.