Cinque condanne e 12 assoluzioni per una presunta truffa all’Inps tra Partinico e Terrasini. Arrivata la sentenza di primo grado nel processo nato dall’operazione “Igea” della Guardia di finanza con cui, nel 2020, era sarebbe emerso che sarebbe stato sufficiente pagare una mazzetta per ottenere il sussidio, pur essendo in buona salute. Con un metodo ben rodato, secondo la Procura della repubblica di Palermo, è così che – anche grazie alla presunta complicità di 11 medici di famiglia – diverse persone avrebbero intascato il sussidio a cui non avrebbero avuto diritto, truffando l’Inps.
Una ricostruzione che ha retto solo parzialmente davanti alla Terza sezione del tribunale, che ha deciso di condannare 5 persone e di assolverne altre 12. Inflitti 8 anni ad Antonino Randazzo, un anno e mezzo a Grazia Nolfo e 4 mesi a testa a Filippo Accardo, Angela Saitta e Giuseppe Sapienza, ma con la sospensione dell’esecuzione della pena a condizione che svolgano 60 ore di lavori di pubblica utilità nel Comune di Terrasini. Sono stati invece assolti Francesco Arnone, Maria Cucchiara, Antonino Galdino, Giuseppe Lo Baido, Grazia Lo Iacono, Marianna Monachino, Gaetano Maria Pitarresi, Rosa Polizzi, Pasquale Rodolico, Alessandro Sciabbica, Loredana Sutera, Salvatore Villa A gestire il presunto imbroglio, emerso con l’operazione “Igea” sarebbe stato Antonino Randazzo che per l’accusa, grazie alle sue conoscenze, sarebbe riuscito a far riconoscere l’invalidità a persone che non ne avrebbero avuto diritto, ma che sarebbero state disposte a pagare per ottenerla. Era stato arrestato assieme al suo presunto braccio destro, Filippo Accardo, titolare di diversi Caf tra la Partinico e le provincia, che avrebbe curato le pratiche. Un ruolo importante, secondo i pm, l’avrebbe avuto anche Giuseppe Lo Baido, componente della commissione medica dell’Asp, che, in cambio di regali, avrebbe dato l’ok ad alcune pensioni