Truffa all’INPS e regolarizzazione extra-comunitari. Carabinieri sventano illeciti

0
45

MARSALA/MAZARA DEL VALLO – Avevano percepito dall’INPS, fra il 2012 e il 2018, prestazioni non dovute ammontanti a 676.000 euro. Questa mattina, i carabinieri del comando provinciale di Trapani e del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) hanno proceduto al sequestro preventivo di circa un milione di euro nei confronti di 5 persone, promotori, costitutori ed organizzatori di un complesso sistema associativo che aveva prodotto 241 beneficiari di prestazioni fittizie.

Le indagini, coordinate dalla procura della repubblica presso il tribunale di Marsala, hanno raggiunto i 5 soggetti orbitanti nel marsalese, accusati di truffa aggravata e continuata, in concorso, ai danni di enti pubblici, e di vari delitti in materia di falso. L’attività investigativa è scattata nel febbraio 2018 quando i carabinieri di Petrosino, nel corso di una perquisizione di un indagato per sostituzione di persona e truffa ai danni di una compagnia telefonica, hanno rinvenuto 4 buste paga di cittadini extracomunitari, intestate ad una impresa edile riferibile allo stesso indagato.

Gli approfondimenti svolti dal NIL di Trapani hanno poi accertato che la ditta avesse assunto tantissimi uomini e donne, per lo più di provenienza nordafricana, in prossimità della data di scadenza del loro permesso di soggiorno. Le indagini hanno quindi scoperto tre
imprese edili e una agricola, tutte attive soltanto “sulla carta” riferibili a tre soggetti, tra cui l’indagato principale; un tunisino che reclutava connazionali ‘falsi-lavoratori’; un consulente del lavoro con studio a Mazara del Vallo, il cui compito era quello di predisporre false comunicazioni all’INPS per assunzioni e licenziamenti, oltre che stipulare contratti fittizi di locazioni di terreni per generare l’erogazione di indennità a sostegno del reddito non dovute.

I carabinieri hanno infine scoperto anche che la metà del valore di tali indennità, percepite dai finti lavoratori nord-africani venisse restituita ai titolari delle ‘ditte fantasma’, in cambio della regolarizzazione della loro posizione sul territorio nazionale. Regolarizzazione derivante dalla stipula e dalla sottoscrizione di brevi contratti di lavoro in attività mai espletate.