Trappeto-Maxifurto da casa di un’imprenditrice, spunta l’ipotesi racket

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Prima l’incendio dell’auto, poi un maxi furto di soldi dalla sua abitazione. Sale la preoccupazione attorno ad un’imprenditrice di 50 anni di Trappeto che con il marito gestisce un’azienda agricola. Nell’arco di due mesi è stata già protagonista di due episodi che potrebbero essere legati tra loro a doppio filo. E sullo sfondo anche l’ipotesi che potrebbe esserci il racket delle estorsioni, considerata la professione della donna. Bocche cucite dagli ambienti investigativi che mantengono sulla vicenda il più stretto riserbo considerata la situazione alquanto delicata. Poche le indiscrezioni che filtrano: questa notte sarebbero stati rubati ben 20 mila euro in contanti dall’abitazione dell’imprenditrice in via Trapani, stradina nel cuore del centro storico che sbocca sul porto. I soldi sarebbero stati trafugati da una borsa dove per l’appunto era custodita la cospicua somma. La donna ha presentato denuncia al commissariato di polizia di Partinico, competente per territorio. Dopo una prima ricognizione dell’appartamento, questa mattina si è recata sul posto anche la scientifica di Palermo. Gli agenti hanno setacciato palmo a palmo tutta l’abitazione a caccia di qualche eventuale traccia lasciata dai malviventi. Chi poteva sapere che la donna avesse in casa la disponibilità di questa ingente somma di denaro? Attorno a questo interrogativo sta ruotando l’indagine della polizia. Quanto avvenuto si lega ad un altro episodio che si era verificato il mese scorso, sempre ai danni della cinquantenne: all’alba dello scorso 2 gennaio gli fu incendiata l’auto di proprietà, posteggiata proprio sotto la sua abitazione in via Trapani. Nessun dubbio sul dolo, come appurarono i vigili del fuoco del distaccamento di Partinico a cui venne lanciato l’allarme. All’Audi vennero appiccate le fiamme prima all’esterno del veicolo e poi all’interno utilizzando del liquido infiammabile. Qualcuno, che probabilmente voleva essere sicuro di danneggiare irrimediabilmente il mezzo, forzò la portiera e andò a cospargere di benzina anche i sedili e il cruscotto. In quel caso furono i carabinieri ad aprire un’indagine. Anche se da ambienti investigativi non trapela nulla al riguardo, appare abbastanza scontato che l’indagine si vada a legare a doppio filo all’episodio del gennaio scorso anche se non viene nemmeno scartata l’ipotesi che la matrice possa essere diversa.