Trapani, questione giustizia: ANM organizza una “tre giorni” di riflessione

0
481

Un momento pubblico di riflessione e confronto, per diffondere una corretta informazione sull’attività giudiziaria, sensibilizzare sulle condizioni di lavoro dei magistrati e chiedere con forza, ancora una volta, pronti e congrui interventi da parte di Governo e Parlamento al fine di colmare le lacune e le mancanze organizzative in cui versa il settore Giustizia. È stato programmato nelle giornate del 22, 23 e 24 giugno, all’interno del Palazzo di Giustizia di Trapani. Durante la ordinaria celebrazione delle udienze civili e penali, tutti i magistrati daranno lettura di un comunicato predisposto dai vertici nazionali dell’ANM, per evidenziare lo stato di difficoltà del settore giustizia e le attività di supplenza svolte dalla magistratura. Si tratteranno le criticità del settore Giustizia e verranno evidenziate le concrete attività di supplenza esercitate nei vari settori dell’attività giudiziaria, con particolare attenzione alla mancanza di cancellieri durante lo svolgimento delle udienze civili, all’assenza degli ufficiali giudiziari nelle udienze penali e alla connessa difficoltà di garantire l’osservanza del divieto di comunicazione dei testimoni tra loro e con le parti (art. 149 disp. att. c.p.p.). Alle ore 11,00 di martedì 23 giugno i magistrati sospenderanno per un’ora la loro attività e inviteranno i presenti a partecipare ad una assemblea aperta a tutti i magistrati togati ed onorari, al personale amministrativo ed all’avvocatura. Saranno, inoltre, installati dei contatori che misureranno il tempo trascorso dall’ultima assunzione del personale amministrativo e la durata delle scoperture di organico dei magistrati. La Sottosezione dell’ANM di Trapani invita, pertanto, gli organismi rappresentativi dell’avvocatura, del personale amministrativo e della magistratura onoraria a predisporre documenti da presentare e discutere in occasione dell’assemblea “nella consapevolezza – si legge in un documento diffuso dalla stessa ANM – che la macchina della Giustizia può funzionare solo se tutti gli operatori sono uniti e impegnati per farla funzionare”.