Trapani, provincia ancora immune. Casi a Terrasini e Sciacca

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Un caso a Terrasini e 10 a Sciacca. Il coronavirus è quasi alle porte della provincia di Trapani ma per fortuna non etra ancora. Fino a questa mattina i gli esiti dei tamponi effettuati sono tutti negativi. Anche i casi delle due cittadine marinare, quella del palermitano e l’altra dell’agrigentino, non devono suscitare allarmismi. Il camionista terrasinese, infatti, si è sentito male al rientro dal Nord, non si è nemmeno recato a casa e si è diretto immediatamente in ospedale a Palermo. A Sciacca, invece, i dieci contagiati erano già in isolamento ed erano stati in contatto con il medico, la donna che per prima ha contratto il virus nella cittadina saccense. Ad Alcamo le analisi sui tamponi effettuati hanno scongiurato il contagio per un giovane e la sorella minorenne. Il ragazzo stava partecipando all’87esimo corso di addestramento dei vigili del fuoco, lo stesso dove un altro alcamese è stato invece raggiunto dal Covid 19 e trasportato allo Spalanzani, per mettersi in isolamento. La giovane sorella aveva però accusato uno stato febbrile e quindi era stata anche lei sottoposta a tampone: entrambi sono risultati del tutto negativi. Un’altra dona alcamese di 41 anni, per la quale si temeva il contagio da coronavirus, è stata dichiarata sana come un pesce dall’esito delle analisi così come un uomo di Castellammare del Golfo, in situazione clinica abbastanza complessa, accompagnato sabato in ambulanza al Sant’Antonio Abate. I casi in Sicilia comunque crescono seppur senza evidenziare un focolaio locale ma risultando sempre in contatto con persone che hanno frequentato le zone a rischio. Per questo adottare i giusti comportamenti e le dovute cautele è fondamentale per evitare chela situazione precipiti. Intanto l’assessorato regionale alla salute sta cercando, attraverso le Asp, di realizzare dovunque, anche nel trapanese, reparti di malattie infettive e di ampliare quelli presenti di terapia intensiva. A Palermo si parla di riaprire in tempi rapidissimi l’IMI, l’ex istituto materno infantile e allocarvi una cinquantina di posti letto. La corsa è contro il tempo, nella speranza che il coronavirus rallenti il suo cammino anche grazie alla saggezza e al buon senso della gente, a cominciare dai giovanissimi, per finire agli anziani. Nessuno può infatti pensare di essere immune. Lo sono soltanto quelli che hanno contratto la malattia e sono già guariti.