Trapani-Maltrattamento animali, GdF sequestra allevamento di volatili

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Un allevamento di volatili in un angusto garage in città. È quello che hanno rinvenuto i finanziari del Gruppo di Trapani. Ad attrarre l’attenzione delle Fiamme Gialle è stato il fragoroso cinguettio proveniente dalla struttura, in apparente stato di abbandono. Con l’ausilio del Corpo Forestale Regionale e di quello Statale è stato individuato il proprietario dell’immobile, insieme al quale è stato fatto l’accesso nel locale. Al suo interno numerose gabbie, alcune delle quali sovraffollate: in tutto sono stati trovati 181 tra canarini e pappagalli. Le condizioni igienico-sanitarie, a dir poco precarie, ed il gran numero di volatili stipati, al chiuso, in pochi metri quadrati, hanno portato i militari a segnalare il proprietario all’Autorità Giudiziaria per reati connessi al maltrattamento di animali. Alle operazioni ha preso parte, appositamente chiamato ad intervenire, il personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’ASP di Trapani, insieme al quale è stata riscontrata la presenza di varie confezioni di medicinali e vitamine per uso umano scadute, oltre a sacchetti contenenti volatili morti ed in evidente stato di decomposizione. Tutto è stato sottoposto a sequestro preventivo; i volatili sono stati affidati in custodia giudiziale ad un’associazione animalista, con l’obbligo per il responsabile di accollarsi le spese necessarie al loro mantenimento. La documentazione rivenuta ed i registri di carico e scarico degli animali sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le indagini delle Guardia di Finanza andranno comunque avanti al fine di verificare la sussistenza di un eventuale commercio abusivo ed in evasione d’imposta di volatili. Anche Enrico Rizzi, presidente nazionale del NOITA -Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali – appresa la notizia, si è recato subito sul posto, per assicurarsi che gli animali, seppur nati in cattività, venissero sistemati in luogo più sano ed idoneo alle loro caratteristiche. Rizzi, evidenziando che, in presenza di esemplari morti, la pena è raddoppiata e quindi si rischia fino a 4 anni di reclusione ed una multa fino a 60 mila euro, ha annunciato di aver dato mandato al suo legale di predisporre tutti gli atti per seguire il processo e l’intenzione di costituirsi parte civile: “chiederemo fino all’ultimo centesimo di risarcimento come parte offesa dal reato in quanto simili barbarie non possono essere mai giustificate – ha affermato in una nota.img_8864

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