Trapani-La polemica della “pausa caffè” e le precisazioni del segretario del Comune

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Dopo l’ampia eco, sulla stampa locale e nazionale, delle recenti disposizioni impartite dal segretario generale del Comune di Trapani, di concerto con l’amministrazione, in materia di orario di servizio dei dipendenti comunali, lo stesso segretario Liotta tiene a fornire delle precisazioni sui “reali contorni della vicenda”, a suo parere, “ampiamente ingigantita dai media”:

«Innanzitutto preme precisare che né da parte del Segretario Generale né da parte dell’Amministrazione vi sia alcuna volontà di vessare o “terrorizzare”, come è stato incautamente ipotizzato, il personale dipendente di questo Ente, a cui non vengono assolutamente addebitati comportamenti irregolari e a tal proposito giova sottolineare che le circolari con le quali i dipendenti Comunali sono stati invitati a rispettare le regole in materia di orari di servizio e pause lavorative sono state emanate a tutela degli stessi, che alla luce della recentissima normativa rischiano “il licenziamento senza preavviso” in circostanze che precedentemente lasciavano spazio a sanzioni meno drastiche e gravi.

I recenti fatti di cronaca nazionale, relativi ai cosiddetti “furbetti” del cartellino individuati in altri Enti, hanno puntato i riflettori sui quei comportamenti irregolari che potrebbero, ingiustamente, coinvolgere tutta quanta la classe dei pubblici dipendenti, che, invece, nella stragrande maggioranza operano con capacità, dignità e onestà intellettuale.

Richiamare le regole dettate da norme di legge e dai contratti collettivi di lavoro non è usare il pugno di ferro o minacciare, ma piuttosto ribadire la necessità della doverosa osservanza delle stesse, a tutela del posto di lavoro e nel contempo dei diritti dei cittadini/utenti.

Per quanto riguarda la pausa caffè o lo scambio di opinioni tra colleghi, nessun divieto, ma solo il richiamo ad evitare pause eccessivamente lunghe che potrebbero incidere sulla qualità del servizio.

Va ribadito che nessuna disposizione impartita dal sottoscritto è ordinata al fine di vietare la pausa caffè ai dipendenti Comunali, bensì, unicamente, al fine di prevenire probabili abusi.

Relativamente alla pausa pranzo, è stato solo ricordato che il vigente contratto collettivo di lavoro prevede che la stessa non sia inferiore alla mezz’ora nè superiore alle due ore, pena la perdita del “buono pasto”.

Il richiamo al rispetto delle regole di cui sopra non può e non deve essere inteso quale azione repressiva nei confronti dei dipendenti, ma solo ed esclusivamente quale invito al rispetto del ruolo rivestito, e soprattutto al fine di evitare che incauti comportamenti possano comportare gravissime sanzioni a carico dei lavoratori stessi».