Trapani, il vescovo vola in Madagascar

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Accompagnato dal direttore dell’ufficio missionario e da alcuni volontari, il vescovo Pietro Maria Fragnelli raggiungerà domani il Madagascar e in particolare la diocesi di Fianarantsoa, gemellata con quella di Trapani dal Giubileo del 2000 per un viaggio di conoscenza.  “Mi sento fin d’ora in comunione con quanti sono partiti dal nostro territorio verso l’Africa e hanno fatto esperienza dell’Africa, questo gigante fragile segnato dalla povertà, dalla schiavitù continuata, dai ritardi della politica, un gigante povero che ha delle risorse immense anche per l’Europa  – dice mons. Fragnelli – ogni vescovo è chiamato alla sollecitudine per tutte le chiese e il nostro viaggio è un viaggio ecclesiale per prendere coscienza del bene fatto, incoraggiare e verificare il nostro cammino perché sia sempre evangelico, nella giustizia e accompagnare la chiesa di Fianarantsoa ad una sua autonomia di percorso”.In terra malgascia il prelato visiterà “Casa speranza” al servizio di poveri, anziani, dei bambini e senza tetto. Costata circa 450 mila euro e realizzata dalla diocesi trapanese con le iniziative missionarie degli ultimi anni è stata inaugurata nel 2011; la casa d’accoglienza ha una mensa a cui possono accedere i bisognosi delle sette parrocchie del circondario per ricevere un pasto caldo giornaliero, dei dormitori per il riposo notturno, un ambulatorio medico per curare i bambini e uno studio ottico dove vengono offerte prestazioni gratuite. Mons. Fragnelli proseguirà la visita all’ospedale di Isoamala dove sono state ristrutturate 14 abitazioni per i malati di lebbra, le carceri di Manakara, l’ospedale della foresta di Ampasimanjeva e altre missioni come quella delle suore di Zazafotsy dove sono in corso diverse “adozioni a distanza” da parte di fedeli della diocesi.“A livello personale per me sarà una grande occasione spirituale” afferma Fragnelli: la possibilità di guardare all’umanità con lo sguardo della periferia” e sottolinea che “non si tratta di fare turismo o di fare un viaggio come fossimo rappresentanti di istituzioni o di una ong. Questa esperienza di Africa – dice – sarà per me opportunità per rinnovare la fede nella pietra scartata dai costruttori, nei poveri, in coloro che non hanno altro giudice o altra salvezza se non in Dio stesso”. Al tempo stesso il vescovo si augura che ogni prete della diocesi di Trapani “possa non solo sostenere l’opera missionaria della Chiesa con la raccolta dei fondi ma fare un’esperienza di periferia o in Africa o in America Latina”.Il viaggio terminerà a dicembre.