Trapani: disoccupazione giovanile record

0
490

TRAPANI – Uno su cinque è disoccupato. Se poi si parla specificatamente di giovani quasi uno su due, addirittura, è a casa a non far nulla. In provincia di Trapani è piena emergenza lavorativa secondo quanto attestato dalla Cisl che ha parlato anche di circa 2 mila famiglia che viaggiano sull’orlo della povertà. L’anno che sta per andare via in questo territorio ha toccato punte davvero da grande recessione. La disoccupazione nel trapanese si è attestata globalmente sul 19 per cento. Percentuale pi che raddoppiata se si considera il dato di quella giovanile, che arriva addirittura al 41 per cento. A confermare lo stato di depressione socio-economica anche il saldo tra nuove imprese iscritte e cessate: a Trapani in meno di due anni sono state oltre 3.500 le imprese cessate e le pratiche per la cassa integrazione in deroga in pochi mesi sono state 586 per un fabbisogno stimato di oltre 9 milioni di euro. ”Sono dati allarmanti che evidenziano quanto soffre Trapani – ha detto Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo-Trapani -. Per questo chiediamo alla politica uno sforzo che sia mirato ad un vero piano rilancio dell’economia, che parta dalla riduzione degli sprechi, la riqualificazione della spesa pubblica di Stato, Regione ed Enti locali con l’applicazione dei costi standard, la lotta all’evasione per giungere alla riduzione della tassazione locale, alla diminuzione del peso fiscale sui conti delle famiglie, ma che prosegua con politiche di sviluppo che valorizzino le specificità dei territori”. Trapani si conferma tra i capoluoghi di provincia con il più alto tasso di disoccupazione: “Un dato che negli ultimi anni è cresciuto- aggiunge Milazzo – ma che ha radici nel passato fatto di imprese che chiudono, che abbandonano il territorio a causa dei gap infrastrutturali e della crisi dei consumi. Bisogna estendere le agevolazioni delle zone franche urbane a tutti i distretti produttivi dei territori, per stimolare così anche la nascita di nuove imprese, il ciclo produttivo è fermo da troppo tempo”. Per Maurizio Bernava, leader della Cisl Sicilia “questa situazione di crisi è ormai infinita ed insostenibile. Bisogna concentrare le poche risorse disponibili per creare lavoro produttivo e facilitare gli investimenti di impresa, solo così si può creare reddito. Oggi vediamo gli effetti sociali devastanti della crisi con la povertà dilagante. Le aziende sane che operano nella legalità – ha spiegato – vengono travolte dalla concorrenza sleale degli imprenditori sostenuti da interessi mafiosi, le pubbliche amministrazioni rischiano il default perché non si avvia la ristrutturazione della spesa, tutto in un clima sociale che è ormai di allarme. La politica deve pensare a politiche di risanamento e rilancio, smetterla di pensare solo alle campagne elettorali”.