Trapani: crisi, a picco l’artigianato

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Imprese alla canna del gas, artigianato ridotto ai minimi termini. In provincia di Trapani la situazione dell’economia locale è sempre più da “profondo rosso”. Ci sono più botteghe che abbassano le saracinesche rispetto che nuove aperture, segno di un tessuto imprenditoriale oramai allo stremo, dove il sommerso viene considerato più conveniente rispetto che farsi tritare dalle tassazione locale. Numeri che sono riportati nell’indagine di Movimprese, sulla base dei dati riportati da Unioncamere e Infocamere, che raggruppa tutte le Camere del commercio d’Italia. Il trapanese è la provincia con le peggiori perfomance addirittura d’Italia in fatto di nata-mortalità delle imprese. Si piazza al 79° posto per tasso di crescita delle aziende. Anzi, nel caso specifico, per tasso di decrescita: si registra infatti una contrazione nel 2013 di ben 33 imprese sul territorio. Si è infatti passati dalle 3 mila e 32 imprese iscritte alla Camera di Commercio nel 2012 alle 2.699 a conclusione del 2013, per un tasso di crescita in passivo dello 0,70 per cento. Pochi altri territori in Italia sono riusciti a fare peggio, in Sicilia soltanto Enna, Ragusa e Agrigento. Sostanziale stessa situazione anche per quanto concerne nello specifico l’artigianato: per Trapani 74° posto e tasso di crescita in negativo del 2,61 per cento, per effetto delle 197 chiusure in saldo alla nata-mortalità. In pratica se da una parte sono nate 376 imprese manifatturiere hanno invece chiusi i battenti in 573. In pratica il mondo dell’imprenditoria trapanese chiude un annunciato “annus horribilis”, quello appena trascorso, con risultanze assolutamente negative soprattutto se si considera che la media siciliana invece ha chiuso con un saldo positivo, seppur di un soffio. Seppur per un pelo, in Sicilia si riesce a galleggiare anche se il tasso di crescita medio nazionale è superiore: in Italia si registra un +0,21 per cento, in terra siciliana non si va oltre lo 0,19 per cento. Secondo Unioncamere, nell’analisi dei dati di Movimprese, l’ormai lunga crisi economica continua a pesare in modo disomogeneo sui settori dell’economia. Per il settore agricolo, il ridursi delle imprese è ormai un fenomeno che può definirsi secolare e non riconducibile, almeno nella sua portata generale, agli effetti della crisi: “Tra le cause – scrive Unioncamere – le principali sono l’abbandono di aziende agricole per la loro marginalità economica e il venir meno dei molti vecchi titolari, da cui il frequente cambio di destinazione dei suoli agricoli in seconda casa, edilizia turistica, diffusione di fabbricati industriali, strutture economiche di servizi, opere pubbliche, promozione della mobilità delle persone e delle merci, eccetera”. Le Camere di Commercio sono convinte poi che a riflettere con certezza il peso della crisi e il mancato rilancio dell’economia è invece l’andamento del settore delle costruzioni che, anche nel 2013 vede ridursi ulteriormente la propria base imprenditoriale. Anche il settore delle Costruzioni cola a picco e la provincia di Trapani certamente ha abbondantemente contribuito: secondo i dati della Cassa edile di Trapani si è giunti a un calo sistematico dei lavoratori e delle imprese edili attive che si attesta al 30 per cento circa. Negli ultimi tre anni il calo è addirittura dell’80 per cento. Solo nell’ultimo anno si è registrato un calo di 600 imprese e di mille operai, con una conseguente diminuzione della massa salariale di circa 8 milioni di euro.

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