Trapani-Comunicazione in oncologia, progetto presentato a Palermo dall’Asp

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“Stiamo riprogettando il Sistema sanitario pubblico regionale, basato non più principalmente sugli ospedali ma sulle aree di emergenza, sulla prevenzione e sulla riabilitazione. Non lascerò in vita reparti inutili, per trascurare invece nuove realtà come le spoke di secondo livello. Questa visione ormai reazionaria della sanità, fuori da ogni canone scientifico, non mi appartiene e quindi andremo avanti sulle linee indicate nel decreto ministeriale 70/2015 che definisce gli standard qualitativi e quantitativi dell’assistenza ospedaliera”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi, nel corso della presentazione del progetto “La valutazione del benessere mentale attraverso il miglioramento della comunicazione in oncologia e le conversazioni di fine vita” che si è svolto nel Palazzo dei Normanni a Palermo. Un progetto realizzato dall’assessorato regionale della Salute in collaborazione con il ministero della Salute. Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento attività sanitarie dell’assessorato ha presentato le cifre della rete delle cure palliative nel corso del 2015 in Sicilia: 15 hospice residenziali in tutte le provincie siciliane, con 165 posti letti previsti e 119 già attivati; 56 giorni di degenza media in hospice per paziente per complessivi 10.591 giorni, mentre 2.947 sono stati i pazienti oncologici assistiti a domicilio per 38.907 giorni di cure. “Certo ci sono realtà come Trapani – ha detto Tozzo – dove la rete territoriale funziona meglio, e altri ambiti dove deve essere implementata, e la qualità di questa progettualità ci aiuterà a fare meglio”. Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’ASP di Trapani, azienda capofila del progetto, ha sottolineato che l’esperienza dell’hospice di Salemi e la sua rete locale integrata ospedale-territorio è “un modello che siamo orgogliosi sia divenuto un riferimento regionale virtuoso”. L’obiettivo principale del progetto consiste nel promuovere la salute mentale e il benessere sia della persona ammalata, fino alla fase finale della vita, che quella dei suoi familiari, aumentando le competenze comunicative degli operatori delle equipe multi-professionali impegnate nelle cure palliative in hospice, in ospedale e a domicilio come medici, infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti, foniatri, psicologi, assistenti sociali, assistenti spirituali, volontari ecc. “Una buona qualità dell’assistenza- ha spiegato il referente scientifico del progetto Antonio Sparaco, dell’ASP di Trapani – si assicura non solo attraverso atti sociosanitari, ma anche attraverso una comunicazione efficace operatori-pazienti-familiari derivante dall’utilizzo di strumenti di miglioramento della qualità dell’assistenza quali il manuale sulla valutazione della comunicazione in oncologia dell’Istituto superiore di Sanità e le tecniche di conversazione di fine vita, finalizzate a determinare un aumento dell’empowerment del paziente, rispetto alla sua sfera emozionale, psicologica, culturale, sociale e spirituale”.