Trapani: Cie Milo, gestione ad un passo

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Ad ottobre era andata deserta la prima gara che riguardava la gestione del Centro di Identificazione ed Espulsione degli immigrati di Milo, alla periferia di Trapani resa necessaria dopo che il prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, aveva revocato il contratto con la cooperativa Oasi che gestiva il centro a seguito delle gravi carenze registrate e delle continue denunce. Ma adesso è una questione di ore. Questa mattina, infatti il prefetto Leopoldo Falco ha fatto sapere che sono due le società che si contendono la gestione. Si tratta della società GLICINE e DIMENSIONE UOMO 2000 di Castellammare del Golfo. La prima ha presentato un’offerta “un po’ troppo” al ribasso. Si parla infatti di un -15 per cento; la seconda, invece, offre un ribasso del 3,5 per cento. Le società sarebbero le stesse che, ad ottobre, presentarono l´offerta insieme alla Conneting People all´interno di una gara che si concluse con un nulla di fatto. Adesso è questione di poche ore dicevamo, perché entro dopodomani, giovedì 7 novembre, la società Glicine dovrà dimostrare l’affidabilità della sua offerta. Insomma il Cie di Milo si appresta ad avere una nuova gestione. Almeno per i prossimi sei mesi. Il problema del Cie è che i migranti aumentano di giorno in giorno, strutture di accoglienza dalla capienza limitata e nuove misure per la gestione e la sicurezza del Cie di Milo da dove fuggono circa 700 ospiti l’anno ma che, tra sei mesi, diventerà un luogo da cui sarà difficile scappare. Il neoprefetto di Trapani ha tracciato le linee del piano di intervento in materia di immigrazione in provincia esprimendo, anzitutto, “preoccupazione” per la capacità ricettiva che il territorio riesce a garantire a fronte dei continui arrivi. Un continuo e inarrestabile flusso che, fino ai giorni scorsi, ha portato in città undici migranti – uomini tunisini, algerini e marocchini – sbarcati nella notte sull’isola di Marettimo e intercettati dalla Capitaneria di porto e dai carabinieri, mentre in mattinata altri 50 profughi erano stati trasferiti da Lampedusa a Trapani. Il Cie delle fughe, diventerà, dunque, un luogo dal quale per i migranti sarà impossibile scappare cercando di portare a compimento il progetto di lasciare la Sicilia alla volta dell’Europa. Per il prefetto, che si è soffermato anche sul “dramma umano di chi vive una situazione di ritorno in patria vedendo sfumare un investimento”, è  indispensabile che il Cie “non sia più teatro di guerriglie quotidiane con scontri corpo a corpo, perché sono un dramma tanto per chi vuole fuggire quanto per gli agenti che stanno dall’altra parte”.