Trapani-Chiesa nello scandalo, coinvolto anche Mogavero

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Un’altra indagine scuote i vertici della chiesa della provincia trapanese. Dopo quella sul rimosso vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, e sull’oramai ex direttore della Caritas trapanese don Sergio Librizzi, rimbalzano notizie di un’indagine aperta nei confronti anche del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero (nella foto). Sarebbe indagato dai pm di Marsala per appropriazione indebita. A Mogavero, ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, è stato notificato ieri un avviso di garanzia. Sarebbe indagato anche don Franco Caruso, ex economo della stessa Diocesi, il cui incarico non è stato più rinnovato da Mogavero quando questi, tra aprile e maggio 2014, si è accorto dei notevoli debiti accumulati negli ultimi anni dalla Curia. Don Franco Caruso, attualmente parroco a Santa Ninfa, è accusato anche di malversazione. A Mogavero si contesta di essersi appropriato di circa 180 mila euro, con accredito di somme sul proprio conto corrente e di assegni tratti in proprio favore dai conti correnti intestati alla Diocesi di Mazara. A don Caruso, invece, di essersi appropriato di oltre 120 mila euro mediante il prelievo di somme in contanti, nonché con l’emissione in proprio favore di assegni tratti sui conti correnti della Diocesi. La malversazione, inoltre, è contestata all’ex economo della Curia in quanto, delegato a operare sui conti correnti della Diocesi e avendo la disponibilità delle somme erogate dalla Cei, invece di destinare il denaro a interventi caritatevoli, avrebbe speso oltre 250 mila euro per altre finalità. Parte di questo denaro sarebbe finito a don Vito Caradonna, prete marsalese sospeso a divinis dopo una condanna per tentata violenza sessuale su un uomo e attualmente sotto processo, a Marsala, per circonvenzione di incapace. L’indagine su Mogavero e Caruso, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla Guardia di finanza. A difendere l’alto prelato il suo legale, Stefano Pellegrino, che sostiene l’assoluta estraneità di Mogavero alle accuse, tutte comprovate da una fitta documentazione depositata in Procura: “E’ stato lo stesso vescovo- sostiene il legale – ad avere rilevato e denunciato alla Procura queste anomalie lo scorso anno”. Si alzano gli scudi anche attorno a monsignor Miccichè da parte dei suoi avvocati Francesco Troia e Mario Bernardo. L’ex vescovo è accusato di essersi appropriato dei fondi dell’8 per mille e di avere persino tentato di agganciare Papa Francesco per evitare di finire nel vortice dello scandalo. “Constatiamo con amarezza – sostengono i due legali – che ancora una volta la stampa si è sostituita alla giustizia penale, spacciando per verità assodate le ipotesi accusatorie della Procura che ad oggi non ha ancora depositato un avviso di conclusione delle indagini preliminari. In nessun caso Monsignor Miccichè ha richiesto l’intervento del Santo Padre per ottenere la cittadinanza o alcuna forma di asilo per sottrarsi alla giustizia italiana”.