Trapani, carabinieri salvano due vite in poche ore

Due episodi a poca distanza l’uno dall’altro e due vite salvate: questo il bilancio di due diverse “operazioni” eseguite dai carabinieri della Compagnia di Trapani ed entrambe, per una volta, con il lieto fine.
Il primo intervento all’alba di giovedì scorso, dopo la chiamata arrivata alla Centrale Operativa del Comando Provinciale di Trapani da parte di una giovane donna in preda al panico che chiedeva aiuto, disperata, perché il figlio, un bambino di soli otto anni, dopo una crisi, non respirava più. Una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile si è letteralmente precipitata sul posto, dove gli appuntati scelti Costantino Lippo ed Antonino Pulizzi, eseguendo come da manuale le manovre apprese durante i corsi di pronto intervento hanno salvato il piccolo, che effettivamente aveva completamente interrotto le funzioni respiratorie. Anche i medici arrivati su un’ambulanza del 118 hanno riconosciuto la fondamentale importanza del tempestivo intervento dei Carabinieri.
A distanza di qualche ora, alle due di notte di venerdì un’altra telefonata concitata al 112: un uomo che minacciava di suicidarsi. Ancora una volta una gazzella “vola” sul posto da cui era arrivata la chiamata: il cimitero comunale. Presto i due appuntati Vincenzo Mazzara e Bernardo Occhipinti hanno distinto, nella notte, la sagoma di un uomo che teneva un fucile subacqueo puntato alla testa.
Attimi particolarmente tesi per i militari dell’Arma che hanno deciso di prendere in mano la situazione ed iniziare con calma le trattative per distogliere l’uomo dai suoi propositi. La svolta nella vicenda, che col passare dei minuti stava per precipitare, quando l’uomo ha riconosciuto uno dei due carabinieri: le madri dei due, infatti, lavoravano nello stesso istituto scolastico di Paceco. È stato sufficiente per stabilire un contatto con l’uomo e convincerlo a consegnare il fucile e a farsi accompagnare in ospedale.
Anche in questo caso dunque, un altro finale tragico scongiurato, grazie a questi- è proprio il caso di dire -“angeli in divisa”, soprattutto per i protagonisti delle due vicende.

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