Trapani-Agguato alla persona sbagliata: un arresto per tentato omicidio

0
908

 

Con l’accusa di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, è finito in manette il 46enne trapanese Giuseppe La Francesca, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP ed eseguita dalla Polizia di Stato di Trapani. I fatti addebitati all’uomo risalgono esattamente ad un mese fa, il 18 maggio, quando, nel quartiere di Fontanelle-Milo, assimilato ormai per cattiva fama, al Bronx di New York, si verificò una sparatoria in piena notte. Secondo la ricostruzione degli inquirenti La Francesca, dopo un litigio, aveva sparato almeno sei colpi di pistola contro un altro pregiudicato di 33 anni, che solo per caso si è salvato. La vittima, che abita nello stesso quartiere, era riuscita a scappare a piedi verso la sua abitazione, mentre La Francesca lo inseguiva sparando, e a sfuggirgli nascondendosi sotto una macchina parcheggiata. Dei colpi sparati solo uno era andato a segno raggiungendo la vittima ad una gamba. Durante il tragitto in auto per raggiungere l’ospedale, accompagnato dalla sorella, la forte velocità aveva fatto insospettire la Polizia, che aveva fermato il veicolo. Il 33enne raccontò ai poliziotti che qualcuno gli aveva sparato, senza rivelarne il nome. Solo le indagini degli uomini della Squadra Mobile hanno permesso di raccogliere una serie di gravi indizi a carico di La Francesca, che oggi, all’alba, è stato arrestato. La sezione Omicidi avrebbero accertato che la vittima sapeva bene chi era stato a sparare ma, probabilmente, meditando una ritorsione contro l’aggressore non aveva fatto il suo nome. Sembrerebbe, poi, dal racconto reso agli investigatori dallo stesso ferito, che il vero obiettivo non fosse lui ma un altro pregiudicato trapanese suo amico, individuato successivamente. Con quest’altra persona La Francesca aveva avuto un violento litigio il giorno prima, nato da una futile discussione sul modo di parcheggiare delle auto ma che in realtà, avrebbe avuto origine da vecchi attriti fra famiglie dedite a traffici illeciti. Dopo l’alterco, sempre secondo gli elementi raccolti, La Francesca sarebbe andato a prendere la pistola detenuta illegalmente e, intorno alle due di notte si sarebbe appostato in Via Sceusa in attesa del passaggio della vittima. Durante l’agguato un altro individuo gli avrebbe anche gridato di smettere di sparare perché quello non era l’obiettivo, ma ormai l’inseguimento era iniziato e diversi colpi di pistola erano stati già esplosi contro la persona sbagliata. Dai numerosi interrogatori condotti dagli agenti, coordinati dai pubblici ministeri Franco Belvisi e Anna Trinchillo, si è capito che molti parenti e amici della vittima e dello stesso aggressore sapevano, ma nessuno ha voluto dire la verità per dirigere la polizia nella giusta direzione. La Francesca è stato portato nel carcere di San Giuliano in attesa di essere interrogato dal GIP.