Una sentenza quella emessa ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Palermo che ridimensione l’impianto accusatorio di un’indagine”, che nel settembre del 2018 fece scattare un blitz per reati molto gravi legati allo smaltimento dei rifiuti raccolti ad Alcamo. Dovevano rispondere a vario titolo di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale. Le indagini condotte dai carabinieri del Nipaaf, il Nucleo investigativo polizia ambientale agroalimentare e forestale. Il Pm aveva chiesto condanne per tutti gli imputati. Il giudice ne ha condannati due: con pena sospesa e con la concessione delle attenuanti generiche. Due anni pena sospesa per l’alcamese Benedetto Cottone, 57 anni, all’epoca delle indagini, procuratore di secondo livello con mansioni di capo-cantiere dell’impresa che da circa un decennio, si occupa della raccolta dei rifiuti ad Alcamo. Stessa pena per l’architetto Giovanni Maria Picone, 54 anni di Erice, responsabile operativo della stessa azienda per l’Italia meridionale. Per entrambi il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni e tre mesi. Tutti gli altri imputati sono stati assolti con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Per tutti erano stati chiesti tre anni.
Il pubblico ministero ieri non ha chiesto alcuna replica e pertanto il giudice si è ritirato per emettere la sentenza. Tutti sono dipendenti di Energetikambiente. Gli assolti sono Adriano Stellino, Francesco D’Angelo, Federico Cutino, Gaetano La Rocca, Alessandro Adamo, Salvatore De Martino, Pietro Caputo, Maurizio Butera, Salvatore Vicari, Simone Mancuso, Salvatore Russo, Gioacchino Adragna e Gaspare Lipari. Sei di costoro sono stati difesi dagli avvocati Sebastiano Dara, cinque, Mary Mollica, uno e, fra gli altri avvocati Mario Sanacore, Salvatore Di Giorgi, Giuseppe Benenati e Alessandro Fundarò. Difensori che “hanno espresso soddisfazione sull’esito del processo perché non hanno mai dubitato dell’innocenza dei loro assistiti”. Erano finiti sotto processo per una serie di reati e dovevano rispondere a vario titolo di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale.
Secondo l’accusa per diverso tempo sono andati avanti lo sversamento abusivo del liquido prodotto dalla frazione organica dei rifiuti e la dispersione delle terre da spazzamento prelevate durante la pulizia delle strade. In questa maniera da un lato, secondo le indagini, veniva procurato un significativo abbattimento dei costi in favore di Eenergetikambinete, dall’altro si causavano “evidenti deterioramenti all’ambiente costantemente sottoposto agli illeciti sversamenti”. Queste accuse smentite dalla sentenza, Energetikambiente condannata a 77.000 di sanzione pecuniaria e al ripristino dei luoghi. Condannati anche al risarcimento del danno alle parti civili, fra cui Legambiente Sicilia, difesa dall’avvocato Daniela Ciancimino, e al pagamento delle spese legali.