Hanno raggiunto anche Trapani indagini e perquisizioni portate avanti da polizia e i carabinieri, disposte dalla procura distrettuale di Roma, per associazione con finalità di terrorismo internazionale, nell’ambito di una maxi operazione congiunta che ha coinvolto una trentina di persone in tutta Italia. L’operazione costituisce l’epilogo della più vasta e articolata indagine diretta a prevenire la minaccia terroristica di matrice religiosa derivante dall’utilizzo del dark-web, ovvero la parte più nascosta e di difficile accesso di Internet. L’attività investigativa, coordinata dalla procura di Roma, ha avuto inizio oltre un anno fa a seguito della segnalazione (acquisita dal Ros e dall’antiterrorismo della polizia attraverso l’FBI), dell’esistenza di un sito di propaganda dell’organizzazione terroristica Isis presente nel dark web, cui potevano aver fatto accesso internauti in Italia.
E’ stato così condiviso un voluminoso elenco di circa 2000 indirizzi IP riconducibili a visitatori del sito in questione, verosimilmente geolocalizzati in Italia, i quali, secondo le prime informazioni, oltre ad aver frequentato in più occasioni l’ambiente virtuale nascosto, avevano scaricato materiale di propaganda dell’organizzazione terroristica islamista. Le perquisizioni hanno riguardato tre citta siciliane, oltre a Trapani, anche Caltanissetta e Ragusa. Sequestrati numerosi device, oltre a materiale informatico, su cui proseguono gli approfondimenti delle Digos e delle articolazioni della catena a anticrimine del Ros, supportati dai rispettivi uffici centrali.
Non è la prima volta che il territorio trapanese finisce al centro di indagini contro il terrorismo dei radicalisti islamici dell’ISIS. Nel giugno del 2017 alcune indagini internazionali portarono al castellammarese Francesco Cascio che anni prima si era trasferito in Piemonte, forse per cercare lavoro, e lì incontrò colei che sarebbe diventata sua moglie, Lara Bombonati. E’ stata proprio la donna a raccontare che il castellammarese, addestrato come terrorista nei campi dell’est europeo, sarebbe stato ucciso dall’altra parte del mondo, combattendo in Siria. ‘Foreign fighter’ assieme alla moglie, poi arrestata a Torino, Francesco Cascio era anche tornato a Castellammare del Golfo quando già era diventato uno jihaidista.
Addirittura da Alcamo era invece passato nell’ottobre del 2020 il tunisino di 21 anni, Brahim Aoussaoui, l’attentatore che a Nizza, in cattedrale, decapitò poi una donna, sgozzando quindi il sacrestano e uccidendo un’altra persona. Altra vicenda relativa al terrorismo internazionale quella di un’officina meccanica di contrada Faranna di Alcamo alla quale alcuni somali consegnarono anni fa mezzi militari che vennero rimessi a nuovo. Autocarri vennero smontati anche a Mazara del Vallo. Il processo ha poi portato all’assoluzione del meccanico alcamese.