Studio di Save the Children. Dispersione scolastica in Sicilia: è allarme

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Il suono della campanella che segna l’inizio dell’anno scolastico non suona solo per studentesse e studenti, ma «riserva il suo tono più acuto e allarmante agli adulti e alla politica, per le debolezze di un sistema scolastico che, di fronte alle enormi sfide della crisi in atto, non è in condizioni adeguate per contribuire efficacemente ad invertire il ciclo negativo di povertà materiale ed educativa». Lo scrive Save the Children. L’impoverimento educativo sconta ancora gli effetti di Covid e Dad, soprattutto tra i minori già in svantaggio socioeconomico. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova in condizioni di dispersione «implicita», cioè senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università, mentre il 12,7% dei minori non arriva neanche al diploma delle superiori, perché abbandona precocemente gli studi, e in Sicilia si raggiunge la punta negativa con il 21,2%. Queste sono alcune delle evidenze emerse nel nuovo rapporto «Alla ricerca del tempo perduto – Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana» lanciata  da Save the Children.

La dispersione scolastica si attesta al 9,7%, ma emerge  una forte disparità geografica. Nelle regioni meridionali infatti permangono percentuali di «dispersi»  più elevate rispetto alla media nazionale. Se guardiamo poi alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nel caso della dispersione dice Save the Children, l’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del Sud va ben oltre la media nazionale (12,7%), con le punte di Sicilia (21,1%). All’apertura di questo nuovo anno scolastico – dice Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – chiediamo inoltre alle Regioni e agli Uffici scolastici regionali la massima vigilanza nel rispetto di quelle norme che dovrebbero tutelare le famiglie più in difficoltà: a partire dal tetto di spesa per i libri di testo e dal divieto di imporre alle famiglie contributi volontari. Sollecitati interventi straordinari per assicurare la gratuità dei servizi di mensa per i bambini e le bambine la cui situazione economica è peggiorata in questa fase.