Strage di Casteldaccia. Commissione parlamentare, inchiesta sulle morti

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A Roma presso l’Aula del VI piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati ha svolto le audizioni sulla strage di Casteldaccia dove morirono 5 operai tra cui due alcamesi. Audizione per Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia, Giovanni Sciortino, amministratore unico Amap Spa, Girolamo Bentivoglio Fiandra, comandante dei vigili del fuoco di Palermo.

“Le audizioni – spiega la deputata Giovanna Iacono -, che coordina nello specifico il lavoro della commissione sul tragico episodio – non vogliono certo costituire un’inchiesta bis, ma mettere in luce il sistema di controllo e vigilanza che, evidentemente e tragicamente, a Casteldaccia ha fallito. Dalla documentazione fino ad ora fornita e dalle risposte dei vertici Amap comincia ad emergere, oltre a responsabilità individuali il cui accertamento spetta alla magistratura, una preoccupante sottovalutazione dei rischi e della sicurezza nel sistema dei subappalti con un affidamento, probabilmente eccessivo, ad un sistema di autocontrollo da parte delle ditte appaltatrici e subappaltatrici sulla delicata materia. Indagare sui meccanismi in materia di sicurezza attivi durante i lavori a Casteldaccia. Un dovere che sentiamo verso le famiglie delle vittime di Casteldaccia, dei morti sul lavoro e un contributo per migliorare le norme in fatto di prevenzione e le procedure di sicurezza in situazioni analoghe”.

Quella che il 6 maggio dell’anno scorso doveva essere una banale operazione di manutenzione all’interno dell’impianto fognario di Casteldaccia, si era trasformata in una tragedia senza precedenti con la morte di cinque operai. Vittime di un pericolo invisibile: una bolla di acido solfidrico, che si era sprigionata dai liquami. Un gas letale, dieci volte sopra la soglia consentita, che ha saturato gli spazi, trasformando la vasca di sollevamento delle acque reflue in una trappola mortale”. In Sicilia lo scorso anno sono state 74 le vittime sul lavoro.