Nella notte fra il 26 e il 27 gennaio del 1976 qualcuno si introdusse nei locali della casermetta di Alcamo Marina, a poche centinaia di metri dalla chiesa della Stella Maris, e uccise due giovani carabinieri Carmine Apuzzo, diciannovenne di Castellammare di Stabia, e l’appuntato Salvatore Falcetta, castelvetranese di 35 anni. Oggi, 27 gennaio 2021, si celebra il 45° anniversario di un eccidio che è tuttora una delle pagine più tristi e indecifrabile della storia italiana.
Dopo quasi mezzo secolo non si conosce la verità sulla barbara uccisione anzi nelle migliaia di pagine di interrogatori, processi, condanne, processi di revisione e ritorno in libertà di quelli che vennero ritenuti colpevoli, non si possono nascondere cumuli di dubbi e anche di passaggi contraddittori. I condannati sono stati liberati, da alcuni anni, dopo l’intervento del brigadiere Renato Olino, inviato a suo tempo ad Alcamo per partecipare alle indagini e che decise soltanto 30 anni dopo di raccontare che le confessioni vennero estorte, con botte e torture, in quella caserma di Sirignano.
Misteri, forse di Stato, che via via qualcuno ha provato ad inserire nel’ambito dei servizi segreti deviati, Gladio, terrorismo nero e rosso, movimenti anarchici, mafia e sequestri di persona. Oggi niente celebrazioni, a causa della pandemia. Forse un cattivo segno premonitore che questa strage debba rimanere senza quella verità che potrebbe alleviare il dolore, sempre vivo, dei familiari delle due giovani vittime.
Incomprensibile anche il mancato rispetto, da parte del Comune di Alcamo, di assegnare la cittadinanza onoraria alla memoria dei due carabinieri trucidati. La mozione venne presentata nel settembre del 2018 e approvata all’unanimità in consiglio comunale il 24 ottobre dello stesso anno. Poi il primo cittadino deliberò il conferimento della cittadinanza il 17 gennaio 2019. Tutto però saltò con il sindaco Surdi che parlò di sopraggiunti impegni dei carabinieri e Arma che invece attendeva l’invito per partecipare alla manifestazione.
Qualche accenno di polemica e nulla più. Sono trascorsi altri due anni e nessuno parla più della cittadinanza onoraria di Alcamo da
assegnare alla memoria ai familiari del campano Carmine Apuzzo e del castelvetranese Salvatore Falcetta. Insomma una grande e
vorace bocca che, chissà per quali motivi, vuole inghiottire la verità.