Stipendi d’oro, un ddl per bloccarli

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Riprende a Trapani la raccolta firme per il disegno di legge di iniziativa popolare per introdurre un tetto agli stipendi dei top manager delle società di capitali. L’iniziativa è nata affinché si crei un’equa distribuzione del reddito anche nel settore bancario, considerato l’enorme divario esistente tra lo stipendio medio di un impiegato bancario e gli amministratori delegati e presidenti, ma, ovviamente il disegno il ddl interessa tutti i cittadini. La proposta promossa dalla Fiba Cisl su tutto il territorio nazionale, per raccogliere le 50 mila firma necessarie è approdata in Sicilia lo scorso giugno. I banchetti per firmare furono allestiti anche ad Alcamo. I prossimi appuntamenti sono fissati a Trapani per lunedì 23 settembre dalle ore 17 alle 20 in viale Regina Margherita davanti la villa Comunale e giovedì 26 a Paceco dalle 17 alle 20 in piazza Vittorio Emanuele. Il testo “Limiti massimi degli emolumenti dovuti ai top Manager di società di capitali a titolo retribuzione e di bonus” parte da uno studio della Fiba Cisl, che ha accertato che i direttori e gli amministratori delegati dei principali gruppi bancari e assicurativi italiani nel 2012 hanno incassato, in media, retribuzioni di circa 42 volte superiori alla retribuzione media contrattuale, con punte di 108 volte. Basterebbe lo stipendio di un giorno di uno dei top manager per guadagnare quello che un impiegato medio può guadagnare in un anno. Davvero un pugno allo stomaco in un periodo come quello attuale in cui le famiglie realmente faticano per arrivare alla fine del mese. “Riteniamo – commentano dalla Fiba Cisl e dalla Cisl – che questo non è più tollerabile e proponiamo un tetto per la retribuzione fissa di 294 mila euro (pari a quello dei manager pubblici) e un rapporto di 1:1 per il salario variabile e quindi, la riduzione del rapporto tra figura media contrattuale e retribuzione massima di 1:20”. L’iniziativa terminerà il 26 novembre.