‘Sorella Sanità’, Manganaro su direzione a Damiani: “Turano il pupo e Miccichè il puparo”

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Nelle 541 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Palermo in merito all’operazione anti-corrizione denominata “Sorella Sanità” e messa a segno dalla Guardia di Finanza, spunta in un’intercettazione anche il nome dell’assessore regionale Mimmo Turano. Il politico alcamese non è assolutamente indagato ma viene citato dal ‘faccendiere’ Manganaro (uno degli arrestati) in una conversazione con Fabio Damiani (altro arrestato), in cui si parla della nomina di quest’ultimo a direttore generale dell’ASP di Trapani, nomina arrivata grazie anche a una raccomandazione fatta a Gianfranco Miccichè, attuale presidente dell’ARS.

Il faccendiere dice al telefono che, nelle operazioni che hanno portato Damiani ad ottenere il prestigioso incarico, dopo avere ricoperto la guida della Centrale Unica di Committenza, “Turano è il pupo e Miccichè il puparo”. Insomma gli investigatori ipotizzano che il politico alcamese sia stato l’esecutore materiale ma che più di lui abbia avuto un certo peso proprio l’esponente di Forza Italia. “La
circostanza sopra evidenziata era oggetto di ulteriore conferma da parte di Manganaro, il quale, in un’altra conversazione avvenuta conun soggetto non identificato, – scrive il GIP nell’ordinanza -aggiungeva ulteriori particolari circa gli intrecci politici che avevano consentito la nomina di Damiani”. In quest’altra conversazione Manganaro affermava: “Siamo in tre a saperlo, e tu sei il quarto, che a Trapani dietro Turano e Lumia ce l’ha messo MIiccichè con un teatrino palermitano”.

Intanto sull’operazione Sorella Sanità sono arrivate le dichiarazioni da parte di tutte le forze politiche. Il coordinamento provinciale trapanese di Italia Viva, guidato da Giacomo Scala e Francesca Incandela, “condanna i fatti accaduti che hanno portato all’arresto del direttore generale dell’Asp di Trapani e del coordinatore regionale per l’ emergenza Covid (Candela), insieme ad altri imprenditori. La giustizia, certamente, farà il suo corso e verranno appurate responsabilità o meno, ma quello che è accaduto non può non coinvolgere tutte le forze politiche. Confidiamo nella rettitudine morale ed etica del Governatore e dell’Assessore Razza, affinché adottino, nell’immediato, soluzioni adeguate alla delicatezza del caso nelle sostituzioni dei soggetti coinvolti nelle indagini”.

“Non è più accettabile – ha scritto invece Massimo Fundarò ex deputato nazionale dei Verdi e uno dei leader del Forum Civico per Alcamo. I funzionari pubblici che dovrebbero assicurare la funzionalità degli ospedali e l’efficienza complessiva del sistema sanitario siciliano, pensano, invece, a rubare. I cittadini della provincia di Trapani sono stanchi. È doveroso ringraziare la Guardia di Finanza e la magistratura – ha concluso Fundarò – per aver scoperchiato questo perverso meccanismo di corruzione che turba ed
offende la coscienza civile di tutti i siciliani”.

“L’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di personalità di primo piano della sanità siciliana, mette in luce una inquietante gestione della pubblica amministrazione che ci lascia
sgomenti”. Lo ha detto Anthony Barbagallo, parlamentare regionale e segretario del PD in Sicilia.

“Al di là delle contestazioni specifiche, l’inchiesta della Procura di Palermo e della Guardia di Finanza – ha infine detto Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia – conferma che la sanità in Sicilia resta un tragico bancomat al servizio della politica, e viceversa. Per scambiarsi poltrone, carriere, denari ed appalti. È triste dover commemorare Giovanni Falcone senza che i governi che si sono succeduti in questi 28 anni – ha concluso Fava – abbiamo saputo mettere in campo, oltre alle frasi di circostanza, strumenti idonei ad evitare che la corruzione resti il naturale terreno di incontro tra appalti e politica”.