Con l’accusa di aver ideato e programmato tre rapine a mano armata, sequestrato due donne anziane a scopo di rapina ed aver detenuto armi di provenienza illecita, tra il marzo 2011 ed il giugno del 2012, stamane i Carabinieri della Compagnia di Castelvetrano hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Marsala, su proposta della Procura della Repubblica marsalese, nei confronti di quattro indagati. A finire in manette: Giuseppe Bianco, 66 anni, di Santa Ninfa; Salvatore Lo Bianco, 63 anni, di Palermo; Giuseppe Mangogna, 45 anni, venezuelano residente a Castelvetrano; Mario Settimo, 42 anni, di Santa Ninfa. Per questi ultimi due sono stati disposti gli arresti domiciliari. L’indagine trae origine da due tentate rapine commesse, rispettivamente nel marzo e nel dicembre del 2011 a Partanna presso la Banca di Credito Cooperativo, e dalla rapina, in questo caso consumata, con conseguente sequestro di persona, avvenuta nel febbraio del 2012 ai danni di due anziane donne di Santa Ninfa. In tutte le rapine, grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri di Partanna, i malviventi sono stati colti in flagranza ed arrestati. Ma proprio in seguito a queste rapine i militari, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Marsala, hanno avviato un intensa attività d’indagine con intercettazioni telefoniche ed ambientali e servizi di pedinamento, che hanno portato a delineare i contorni di una organizzazione, che seppure ancora ad uno stato embrionale, era dedita alla ideazione e commissione di rapine in diversi comuni della valle del Belice. Ed è emerso anche il vero ruolo giocato dagli autori delle rapine, commesse a Partanna, i quali erano solo gli esecutori materiali di un disegno criminoso ideato e programmato nei minimi dettagli da menti più “raffinate” che operavano dietro le quinte. L’operazione “Extrema Ratio”, cosi è stata denominata dagli inquirenti, ha permesso di accertare che Giuseppe Bianco, basista dell’organizzazione, teneva tutto il necessario per l’esecuzione delle rapine in un suo ovile a Santa Ninfa, tra cui: divise da postino e da finanziere;placca identificativa della Polizia di Stato; e armi varie. A lui il compito di individuare l’obiettivo delle rapine, di indicare il momento adatto per la loro esecuzione e di fornire agli “esecutori”, la logistica necessaria per l’attuazione e assicurarsi successivamente l’impunità. Il palermitano Salvatore Lo Bianco era invece deputato a reclutare, a Palermo, i “picciotti” destinati ad eseguire materialmente le rapine. Adesso Giuseppe Bianco e Salvatore Lo Bianco sono stati ristretti presso le carceri di Trapani e Palermo, mentre Giuseppe Mangogna e Mario Settimo, che probabilmente avevano ruoli più marginali, rispetto ai primi due, come quelli di tenere nascoste le armi, resteranno in casa per scontare gli arresti domiciliari. Si attendono adesso gli interrogatori di garanzia che saranno effettuati nei prossimi giorni dall’A.G. di Marsala per verificare possibili sviluppi circa le responsabilità di ulteriori complici.