Acqua a mare. E’ questo il triste destino dell’acqua contenuta nella diga Trinità di Castelvetrano, che non ha mai funzionato a pieno regime e che avrebbe dovuto servire per irrigare i campi di seimila ettari di territorio del Trapanese. Acqua che è vita per le colture e quindi per l’economia di tante persone che coltivano i campi. Invece tra poco più di due settimane, con un ritmo di 100 mila metri cubi di acqua al giorno persi, sversati a mare, e poi solo pozzanghere o quasi, nella speranza di poter salvare l’operatività della diga. Diga che da 70 anni attente il collaudo. E’ veramente inconcepibile, Già da anni organizzazioni di categoria sono mobilitate mentre non si sprecano le solite dichiarazioni dei politici sempre pronti a dichiarazioni che restano poi sulla carta,
Fatta la tabella di marcia con cui si è deciso di svuotare il lago Trinità di Castelvetrano su disposizione del ministero delle Infrastrutture, che per i problemi del bacino inerenti alla tenuta antisismica – ritenendo insoddisfacenti e tardivi i rilievi comunicati dalla Regione sulle criticità in questione e sui lavori di manutenzione straordinaria necessari – in una missiva partita a metà gennaio ha lanciato un aut aut al governo siciliano: «sanare» l’invaso o fermarne definitivamente l’esercizio, provvedendo, in un caso o nell’altro, ad abbassare la risorsa idrica fino a 50 metri dal livello del mare per ragioni di sicurezza. Un’operazione avviata già da qualche giorno. Intanto il governatore Schifani, fortemente irritato per come è stata trattata la vicenda dal Dipartimento acqua e rifiuti e dall’assessorato all’Energia, domani sarà a Roma per incontrare Salvini e scongiurare la fine della diga.