Ha vissuto 63 anni in clausura, entrando in convento a soli 15 anni. Ieri, all’età di 91 anni, si è spenta Donna Ida, al secolo Angela Lo Nigro, monaca benedettina del monastero di San Michele di Mazara del Vallo, famoso per la produzione di dolci di zuccata. Il suo percorso spirituale l’aveva portata lì nel 2014, dopo la chiusura del monastero di Sant’Andrea Apostolo alle Vergini di Palermo per mancanza di religiose. Soltanto due mesi fa, nello stesso monastero, era morta Donna Maria Assunta.
La crisi ormai sembra irreversibile: i conventi si svuotano e le vocazioni si fanno sempre più rare. Un tempo la provincia di Trapani ospitava numerosi ordini monastici, centri di spiritualità ma soprattutto punti di riferimento culturali e luoghi dove trovare assistenza sociale, a volte unico rifugio per i più fragili. Oggi il quadro è ben diverso: il monastero del Sacro Cuore di Alcamo ha chiuso nel 2021, con le ultime suore trasferite a Erice, idem il monastero dell’Angelo Custode, dove la scomparsa nel 2024 di suor Maria Pia Melia, ultima badessa e l’unica ad abitare nel monumentale monastero ha comportato la fine dell’ordine benedettino cassinese ad Alcamo. Restano in piedi solo Santa Chiara, dove le ultime quindici sorelle continuano la tradizionale attività di riparazione dei paramenti sacri, Badia Nuova e il convento di San Francesco di Paola dove sono appena quattro le religiose superstiti, contro le oltre settanta di un tempo.
Le cause di questo declino sono molteplici: il cambiamento della società, il calo dell’interesse per la vita religiosa tra i giovani, ma anche l’emancipazione femminile. I conventi per lungo tempo hanno infatti rappresentato per le donne l’unico modo per ricevere un’istruzione e rappresentavano l’unica alternativa a matrimoni imposti. Il problema del declino delle vocazioni non è solo spirituale: i conventi offrivano servizi educativi, caritativi e sociali, lasciando ora un vuoto difficile da colmare.