Sgominata banda a Partinico. Cocaina ceduta anche ad Alcamo e fino a Mazara

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Trenta misure cautelari per altrettante persone, 270 episodi contestati di cessione stupefacenti, 31 utenze telefoniche intercettate per un totale di quasi 180.000 telefonate ascoltate dagli inquirenti. Questo il risultato della maxi-operazione messa a segno dalla Polizia, contro lo smercio di cocaina nel partinicese e in altri comuni del palermitano e della provincia di Trapani, scaturita dalle rivelazioni fatte, agli uomini del commissariato di Partinico, dalla coraggiosa madre di uno degli assuntori di droga.

Le dichiarazioni della donna partinicese hanno fatto scattare le indagini che hanno fatto luce su un allarmante spaccato di professionalità delinquenziale nello spaccio della cocaina. Grazie alle intercettazioni, arricchite dall’uso di sistemi di localizzazione satellitare, gli investigatori hanno acquisito numerose prove, confortate poi da perquisizioni e sequestri nonché da arresti in flagranza eseguiti dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Partinico. Due le figure criminali a capo dell’organizzazione capaci, secondo gli inquirenti, di costituire e gestire gruppi dediti allo spaccio di cocaina, non soltanto per le strade del comune di Partinico ma anche ad Alcamo, Castellammare, Balestrate, Trappeto, Camporeale, San Cipirello, Gibellina, Santa Ninfa e perfino Mazara del Vallo.

A contraddistinguere la banda, l’intensità dei traffici, la sussistenza di bel oleate modalità organizzative, la vastità della clientela acquisita e nel tempo fidelizzata, la rilevanza del volume di affari, la pluralità di canali di approvvigionamento della droga, il ricorso anche a modalità violente per il recupero dei crediti e la completa indifferenza alle varie operazioni di polizia. Gli arrestati, con grande capacità delinquenziale, sono riusciti a gestire numerosissimi “collaboratori” che, per brevi lassi di tempo, hanno contribuito al confezionamento, alla conservazione ed alla cessione della sostanza stupefacente. Alcuni di essi, inoltre, non hanno disdegnato altri campi delittuosi come quello delle rapine. Tra queste quella particolarmente violenta messa a segno nel 2013 ai danni de titolari della gioielleria Cucchiara.

In quella occasione, alcuni malviventi  – travisati da militari della Guardia di Finanza – avevano immobilizzato l’anziano proprietario e portato via un bottino di circa 400.000 euro. E’ stato adesso accertato che uno degli arrestati avesse a suo tempo partecipato al colpo, rivestendo anche il ruolo di “palo”, ma anche offerto un rifugio sicuro, per tre giorni, ad uno dei rapinatori ferito dall’anziano titolare.