Sequestro pescatori, 150.000 euro da Regione. Sabato protesta in 4 città

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Il perdurare del sequestro in Libia dei 18 pescatori della marineria di
Mazara del Vallo e il mancato raggiungimento di risultati positivi da parte del governo nazionale, stanno sensibilizzando sempre più le coscienze dei siciliani. Dopo oltre tre mesi dal sequestro dei due pescherecci sono state pianificate, per sabato prossimo alle ore 17, manifestazioni simultanee in quattro diverse città. Non soltanto quindi a Mazara del vallo ma anche davanti alle prefetture di Palermo, Messina e Catania. Gli appuntamenti sono fissati contemporaneamente e con un unico slogan: “La Sicilia vuole
i suoi pescatori liberi!”.

Da più di 90 giorni 18 pescatori vengono tenuti lontani, forzatamente, da madri, mogli e figli. Dal governo arriva sempre la
stessa tiritera: “stiamo lavorando, lasciateci lavorare”. Davanti al silenzio delle istituzioni e alle false promesse, stanno via via crescendo il malumore e la rabbia dei siciliani. “Non ci interessa quanto si debba pagare, chi va liberato, quali interessi vadano sacrificati. I pescatori di Mazara del Vallo – ha detto Giovanni Siragusa di Antudo, movimento indipendentista – devono ritornare immediatamente a casa, dalle loro famiglie. Lanciamo un appello a tutte le realtà solidali, ai singoli cittadini, alle istituzioni, che
si schierino dalla parte dei siciliani. Mobilitiamoci”.

Intanto la Regione ha varato un aiuto concreto alle famiglie dei 18 marittimi e agli armatori dei pescherecci Medinea e Antartide, fermati dalle autorità libiche, durante una battuta di pesca a nord di Bengasi, il primo di settembre. Su proposta del governo Musumeci, l’ARS ha infatti destinato 150.000 euro in favore delle famiglie colpite anche dai risvolti economici del sequestro.

Alle famiglie dei pescatori sequestrati andranno 100.000 euro. Ai due
armatori, proprietari delle imbarcazioni, sono destinati,
complessivamente, 50.000 euro a parziale ristoro per i danni economici determinati dal sequestro delle barche, in termini di perdita del pescato, di carburante e di costi necessari per realizzare la battuta di pesca compromessa dal sequestro.