Nuove indagini e nuovi sequestri nei confronti di Giovanni Franco Becchina, detto Gianfranco, l’85enne castelvetranese ritenuto trafficante illecito di opere d’arte e di reperti archeologici nonché in affari con la famiglia mafiosa di Castelvetrano. La Direzione Investigativa Antimafia gli ha sequestrato opere d’arte di immenso valore: numerose anfore di epoca tardo romana ed un basamento di marmo riproducente scene mitologiche scolpite su tutti i lati, di età ellenistico-romana. I beni archeologici, tutti ritenuti di ingente valore, sono stati sequestrati al trafficante già gravato da provvedimento di confisca per numerosi altri beni nella sua disponibilità, in quanto soggetto indiziato di appartenere a cosa nostra. A carico di Gianfranco Becchina emergono numerosi indizi sulla sua pericolosità, caratterizzata dall’essere un soggetto. secondo la DIA – che trae il proprio sostentamento, dall’attività delittuosa e lucrogenetica di trafficante internazionale di reperti archeologici. Nel corso degli anni l’anziano castelvetranese era stato accusato di aver fornito svariati contributi economici al funzionamento ed al rafforzamento del sodalizio mafioso. Fatti confermati dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. L’ultimo sequestro, emesso a fronte di una proposta a firma congiunta del Direttore della DIA e del Procuratore della Repubblica di Palermo, ricalca il solco tracciato dagli altri analoghi provvedimenti nei confronti di Becchina scaturiti dalle articolate indagini patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Trapani. Indagini che hanno dimostrato la sproporzione tra le fonti di reddito e gli impieghi del nucleo familiare dell’ottantacinquenne. Le opere d’arte sequestrate a Gianfranco Becchina sono state affidate, per la custodia, alla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali al fine di renderle nuovamente fruibili alla collettività. Nel 2018 al mercante d’arte venne sequestrato u patrimonio milionario. Dalle accuse di mafia fu poi assolto per archiviazione richiesta dalla DDA. Era anche accusato di avere commercializzato reperti provenienti da furti.