“Scrigno”, richieste condanne per l’abbreviato. Venti anni a fratelli Virga, 6 a Inferrera e 2 a Todaro

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Davanti al gup di Palermo i pm Bettiol, Camilleri e De Leo hanno chiesto condanne fino a 20 anni di carcere per i diciotto imputati del processo scaturito dall’operazione antimafia “Scrigno”, del 5 marzo 2019, che hanno scelto il rito abbreviato. L’inchiesta vede coinvolte le famiglie mafiose di Trapani, Paceco e Favignana, ma anche quella di Marsala. Tra gli arrestati anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello che tre mesi fa è stato rinviato a giudizio davanti il Tribunale di Trapani insieme ad altri otto.

La pena più severa (20 anni di reclusione) è stata chiesta per i trapanesi Francesco e Pietro Virga, fratelli e figli del boss Vincenzo (condannato già all’ergastolo) e Franco Orlando. Sedici anni, invece, sono stati chiesti per Carmelo Salerno di Paceco e per il trapanese Michele Martines. Quattordici anni la richiesta per i marsalesi Giuseppe Piccione e Vincenzo Ferrara per i pacecoti Mario Letizia e Francesco Salvatore Russo e Francesco Paolo Peralta. Due anni sono stati invocati invece per il calatafimese Francesco Todaro, uomo di fiducia dell’onorevole Ruggirello, accusato di favoreggiamento.

Per gli altri imputati del processo Scirgno che hanno optato per l’abbreviato sono stati richiesti dai PM 8 anni per Pietro Cusenza, 6 anni per Michele Alcamo e Antonino D’Aguanno, 6 anni anche per l’ex assessore del comune di Trapani, Ivana Anna Maria Inferrera, 4 per Leonardo Russo. Nell’altro procedimento dinanzi la tribunale di Trapani e sempre scaturito dall’operazione antimafia Scrigno, oltre a Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, erano stati rinviati a giudizio Antonino Buzzitta, decano della “famiglia” trapanese, Vito D’Angelo, presunto boss di Cosa Nostra a Favignana, Giuseppa Grignani, Vito Gucciardi, Vito Mannina, ex consigliere comunale di Trapani, Luigi Manuguerra, morto qualche settimana fa, e il figlio Alessandro (entrambi politici) e Michele Pollara.