Scavi alle Terme Segestane e a Calathamet, accordo fra Università e comune di Castellammare

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Il dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo porterà avanti la prima campagna di prospezione archeologica nel comprensorio delle “Aquae Segestanae”, l’importante stazione di sosta, al tempo dei romani, lungo la via che collegava Messana (oggi Messina) a Lilibeo (l’odierna Marsala). A rendere possibile la campagna archeologica, la convenzione stipulata dal Comune di Castellammare del Golfo con l’Università di Palermo: docenti ed allievi effettueranno scavi e ricerche mentre l’amministrazione comunale metterà a disposizione un bene confiscato alla mafia.

I risultati della prima campagna sono apparsi interessanti alla fine delle ricerche estive portate avanti sotto la direzione del professor Aurelio Burgio e rivolta a studenti e dottorandi delle Università di Palermo e di Algeri. L’attività rientra nel quadro di una convenzione che punta allo studio nel territorio di Castellammare del Golfo per censire i beni archeologici e valorizzare i siti di Aquae Segestanae e Calathamet (ricadenti rispettivamente nel comune del Golfo e a Calatafimi). L’attività è quindi finalizzata alla valorizzazione del comprensorio della valle del Fiume Freddo/Fiume Caldo, dell’area delle antiche terme.

“Caratterizziamo la nostra attività culturale secondo un alto profilo scientifico allo scopo di valorizzare il territorio castellammarese poiché vanta un patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico ed etno-antropologico molto ricco e di grande valore. Per questo abbiamo stipulato la convenzione con l’Università di Palermo – ha detto l’assessore alla Cultura Maria Tesè – al fine di consentire le attività di scavo e ricerca  e contemporaneamente riutilizzare produttivamente e socialmente i beni confiscati alla mafia”.

Docenti, ricercatori, personale dell’Università e studenti avranno quindi come base operativa un edificio in contrada Tavolatella che, dopo il nulla osta dell’agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni confiscati alla mafia, è stato messo a disposizione per il periodo delle attività. La convenzione durerà 4 anni e potrà essere rinnovata in base ai risultati ottenuti.