Strage casermetta, salma finalmente riesumata. I resti sembrano quelli di Giuseppe Vesco. Si farà DNA?

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I resti di quel corpo contenuti nella bara seppellita al cimitero di Alcamo sarebbero proprio quelli di Giuseppe Vesco, il giovane che fu probabilmente l’ingranaggio principale della strage della casermetta di Alcamo Marina, nel gennaio del 1976, e attorno al quale ruotano alcune verità e tantissimi misteri. L’ultimo mistero riguarda i tempi lunghissimi con cui la famiglia di Giuseppe Vesco, rappresentata dall’avvocato Santino Butera, ha ottenuto l’estumulazione della salma. Un’attesa durata quasi un anno e mezzo. Ieri, dopo la prima istanza avanzata il 30 settembre del 2019, la ditta incaricata ha proceduto alle operazioni cimiteriali.

La bara è stata aperta con molta attenzione per evitare che lo scheletro si potesse scomporre. Quel corpo sembra davvero appartenere a Vesco: allo scheletro mancava una mano, l’altezza era più o meno quella e le ossa hanno mostrato quella esilità tipica del corpo del giovane. A differenza da quanto raccontato però dalla sorella del condannato principale di quella misteriosa strage, sul corpo sono stati rinvenuti segni evidenti di un’autopsia, esame di cui i familiari non hanno alcun ricordo. sarebbe questo un latro inspiegabile e machiavellico mistero.

Dopo la benedizione della salma effettuata dal parroco della chiesa di Sant’Anna Cappuccini, don Salatore Grignano, i resti del corpo sono stati trasferiti all’interno di una piccola teca in zinco. La sorella di Giuseppe Vesco e l’avvocato Santino Butera pare siano intenzionati, comunque, ad andare avanti. Possibili il prelievo di qualche campione per la comparazione del DNA e anche i rilievi dell’arata dentaria. Qualche anno fa venne fuori un latro mistero, ma probabilmente causato dalla suggestione e dagli interrogativi che suscitano quella terribile strage del 1976. La sorella del Vesco aveva infatti asserito di avere visto il fratello in vita e in giro per Alcamo.

Quello che però è stato appurato ieri sembra cancellare del tutto questa ipotesi. Lo scheletro riesumato è infatti senza una mano, proprio come lo era Giuseppe Vesco da vivo. Proprio quest’ultimo particolare rende misterioso, se non assurdo, il suo suicidio in carcere. Il giovane, che in quel periodo, dopo alcuni mesi dalla strage, soffriva in carcere di debilitazione e di problemi di salute, come sarebbe riuscito a farla finita, impiccandosi, con l’uso di una sola mano? Proprio su tale mistero l’avvocato Butera ha presentato tempo fa un esposto in Procura per chiedere anche la riapertura del caso per omicidio. Dai pm trapanesi, però, non è arrivata alcuna notizia.