Salgono le donazioni di organi, impegno sociale dei siciliani. Nell’Isola + 5,7%

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La Sicilia fa un grandissimo scatto in avanti in materia di solidarietà e di aiuto verso il prossimo. I nuovi dati diffusi dal bilancio annuale della rete trapiantologica italiana la pongono infatti al primo posto, fra le regioni, come incremento di organi donati e trapiantati nel 2024 rispetto all’anno precedente. Un andamento che fa spiccare in alto l’andamento storico siciliano e che lenisce le ferite, sempre aperte per la nostra Sicilia, del caos sanità. I numeri illustrati a Roma dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dal direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Giuseppe Feltrin, mai sono stati così alti sia per gli organi che per le cellule staminali emopoietiche, in Italia come nella nostra isola. In Sicilia, nel 2024 si è rilevato un rialzo del tasso di donazione per milione di popolazione pari al 5,7% sul 2023, l’incremento più consistente del Paese, che ha portato l’asticella siciliana fino a più di 21 donatori. Il totale complessivo resta ancora al di sotto della media nazionale ma balza al primo posto fra i territori del Mezzogiorno.

A trainare è la crescita della donazione a cuore fermo, quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: nell’Isola le segnalazioni di questa tipologia di donatori sono salite in un anno del 10%, con 170 unità rispetto alle 154 del 2023. Ma in Sicilia spicca anche il calo delle opposizioni al prelievo degli organi nelle rianimazioni, dove la soglia di chi ha rifiutato la donazione è scesa del 10,2%. Quanto ai trapianti di organo, nella regione se ne contano 344, ossia 64 per milione di persone, 22 in più su base annuale: anche in questo caso è la quota più alta del Sud e tra le più alte d’Italia. Il territorio siciliano, inoltre, risulta quarto per trapianti di cuore (40), quinto per i polmoni (15) e settimo per reni e fegato. Per quest’ultima tipologia «si tratta del record siciliano», ha detto il coordinatore regionale del Centro nazionale trapianti, Giorgio Battaglia, che in «questi ottimi risultati» vede «un sintomo di buona sanità, perché donazioni e trapianti sono possibili solo grazie all’interconnessione di varie professionalità. Resta il nodo delle dichiarazioni di volontà, di coloro che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica hanno scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte: nell’Isola sono ancora in aumento del 5,5%.