Con le arringhe degli avvocati difensori dei nove familiari, costituitisi parte civile, del romeno che morì in un incidente sul lavoro, si avvia a conclusione il processo per la tragica fine di Francis Paulet, operaio di 36 anni avvenuta nell’estate del 2018 a Castellammare del Golfo. Hanno chiesto il risarcimento dei danni ai tre imputati. Il Pm ha sollecitato due condanne e un’assoluzione. Si tratta degli alcamesi Giovanni Renda che lavora in un’azienda di calcestruzzo e Pietro Agnello che manovrava l’autopompa.
Il titolare della ditta è uscito dal processo perché è morto. Un anno ciascuno per omicidio colposo è stato sollecitato per i due operai alcamesi. L’assoluzione per Giovanni Safina, committente dei lavori, e proprietario della villa dove avvenne l’incidente. La sentenza è prevista per il prossimo 17 aprile dopo le arringhe dei difensori degli imputati. Paulet morì sul colpo, dopo essere stato colpito da un braccio meccanico che si staccò da un’autopompa, mentre lavorava in contrada Costalarga a Castellammare del Golfo. Nell ’incidente rimase gravemente ferito il fratello Daniel.
Dopo un lungo periodo di ospedalizzazione, Daniel oggi è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Al termine della sua requisitoria, il pm ha sollecitato la riapertura delle indagini sulla ditta che eseguì i lavori di riparazione sul braccio meccanico della betoniera, ritenuta responsabile del distacco che causò la tragedia. I familiari delle vittime si sono costituiti parti civili nel processo, assistiti dagli avvocati Damiano Ciacio, Claudio Messina. Francis Paulet risiedeva ad Alcamo da 14 anni. Viveva con moglie e due figli, uno di un mese e mezzo, e una bambina di sei anni nella via Porta Palermo. Erano conosciuti perché frequentavano la parrocchia di San Francesco d’Assisi dove avena battezzato il figlioletto.