Alpauno

Rivogliono parte della parcella. E’ la famiglia Mandalà di Partinico, risarcita per Alkamar

Nell’ambito dei maxi-risarcimenti per coloro che erano stati condannati per la strage della casermetta di Alcamo Marina e poi assolti con processo di revisione, c’è chi sta bussando a quattrini ai loro avvocati per recuperare parte della parcella pagata. E’ il caso degli eredi della famiglia del partinicese Giovanni Madalà, gli eredi Benedetta, Giuseppe, Domenico e Faro Mandala nonché Maria Timpa. Al Tribunale civile di Siena è stata quindi depositata una comparsa di costituzione e risposta con domanda riconvenzionale e chiamata in causa del terzo.

Il braccio di ferro fra la famiglia Mandalà e gli avvocati Saro Lauria e Pardo Cellini è cominciato diversi anni fa, subito dopo l’ottenimento del risarcimento. Uno studio legale di Partinico aveva provato a fare da arbitrato ed era stato trovato un accordo fra gli avvocati e la famiglia Mandalà. Accordo che poi saltò al momento delle firma poiché i partinicesi risarciti si appellarono al cosiddetto ‘patto quota lite’ che, secondo loro, non sarebbe stato consentito.

La richiesta che adesso hanno avanzato gli eredi Mandalà ai due avvocati ammonta a 776.000 più IVA. In totale circa un milione di euro che dovrebbero ritornare sia Saro Lauria che Pardo Cellini. Giovanni Mandalà, incensurato, venne arrestato subito dopo la strage di Alcamo Marina in cui, il 27 gennaio del 1976, vennero trucidati i carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. Con lui finirono i carcere gli alcamesi Vesco, Gulotta, Ferrantelli e Santangelo.  Tutti condannati e poi assolti con processione di revisione. Ottennero tutti importanti risarcimenti, anche gli eredi di Giovanni Mandalà nel frattempo deceduto in carcere.

 

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