Risanamento Alcamo marina, parte la progettazione con le università

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Al via uno studio su Alcamo marina: entra nella sua fase clou il seminario “Villard” che prevede la stesura di un vero e proprio progetto per superare le criticità della fascia costiera della città, sfregiata dall’abusivismo edilizio che ha in pratica letteralmente tarpato le ali al territorio e al suo sviluppo turistico. E’ stato varato un questionario, che si potrà compilare on line e reperibile cercando su facebook “Alcamo marina introspettiva urbana”, che permette quindi il collegamento con la pagina internet.  Uno degli studenti che sta partecipando al “Villard” ha formulato il questionario per rilevare quale sia il rapporto degli abitanti di Alcamo, in particolare Alcamo marina, al fine di realizzare un progetto di architettura partecipata. In tutto una trentina di domande a cui si potrà rispondere in pochi minuti e che permetteranno soprattutto di capire quali sono le criticità più evidenti. Si tratta di un’ulteriore tappa legata per l’appunto al seminario sul tema della riqualificazione di Alcamo Marina che è iniziato nel novembre scorso proprio ad Alcamo, a cui partecipano ben 14 università di cui due estere e complessivamente 140 unità tra studenti e docenti. Iniziativa nata da un’apposita convenzione stipulata dal Comune di Alcamo con l’università di Venezia, lo Iuav, il cui intento è quello di varare un progetto per individuare obiettivi strategici per la vivibilità del territorio e fra questi migliorare la viabilità del centro urbano e della zona di Alcamo Marina, prevedendo tra gli strumenti operativi l’adozione di progetti di sviluppo territoriale, imprenditoriale e economico. “Al riguardo, l’amministrazione comunale di Alcamo – si legge in una nota del Comune – intende avviare uno studio del territorio con particolare attenzione al litorale alcamese, volto alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio e finalizzato alla raccolta di proposte di riqualificazione architettonica e urbana”. Da una prima ricognizione è emersa la necessità anzitutto di conservare quelle aree non ancora compromesse e poi potenziare i servizi. Su questo lavoreranno architetti, ingegneri, Comune e università di Venezia: tutti insieme con gli addetti ai lavori per ipotizzare nuovi scenari di sviluppo per questa fascia di territorio che oggi sconta le nefandezze del passato con uno stato di fortissima arretratezza e degrado, senza nemmeno le opere di urbanizzazione primaria e priva di un organico sviluppo per come si addice ad una località marinara siciliana a causa dell’abusivismo edilizio che ebbe il suo inizio negli anni ’50. Si è alle prese con un territorio in realtà già segnato e sfregiato: una serie di interventi di infrastrutturazione e urbanizzazione nei decenni hanno modificato pesantemente le condizioni del litorale sabbioso, lungo circa 12 chilometri e della sua macchia mediterranea che si estendeva fino alle dune; prima, con la linea ferroviaria Palermo-Trapani, poi con la speculazione edilizia tra la fine anni ’50 e gli inizi degli anni ’60 sino al trentennio successivo, che ha saturato il territorio con abitazioni private a discapito di attività balneari e turistiche, causando notevoli danni ambientali.