Riparte la kermesse alla Regione

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    di Antonio Pignatiello

     

    E come tutti gli spettacoli ora si è punto e capo. La Regione va al voto ,dopo le dimissioni al veleno di Lombardo, a fine ottobre, da settembre ufficialmente inizia la campagna elettorale ma quella vera è già iniziata da un pezzo.

    Il gioco per chi lo conosce è sempre lo stesso. Situazione drammatica per il cittadino che ora è arrabbiato si ma anche spaventato e la crisi sembra pesante  ma non tutti perché i soliti noti i privilegi ce li hanno e continueranno ad averli senza contare chi sa come funzionano le cose come deve muoversi.

    Si chiude dicendo che si è sul lastrico, tranne Lombardo che invece dice che i conti sono a posto e litiga con la Confindustria, con i Sindacati, con la stampa, con i sindaci. La verità insomma rimane incerta. Cinque miliardi di debiti e quindici di crediti dallo Stato però per risparmiare nella sanità da anni non si è fatto che tagliare, rimodulare, risanare.

     

    La gente è stata messa insomma come nel solito canovaccio da avanspettacolo da un lato e da tragedia dall’altro nelle condizioni di aver bisogno di nuovo del mondo politico che non si è tagliato lo stipendio all’ars, non si è tagliato un solo scranno da deputato, non ha cambiato la legge elettorale e non ha risparmiato di elargire promesse e sogni che poi i soliti noti avranno, dicono in segreto.

    Ma stavolta forse le cose non sono come in passato, dice qualcuno, la gente comune e non solo. Stavolta la crisi economica non è tra l’Italia di Roma e la Regione come dice Lombardo ma europea per non parlare che è internazionale, venti di guerra a parte sempre presenti nel vicino Medioriente arabo israeliano. Ma non si sa se sarà così o no. La gente è strana e alla fine sceglie sempre chi gli somiglia per poi magari lamentarsi, il vecchio gioco tragicomico insomma, tranne che epr chi le tragedie le vive davvero e muore davvero ed emigra davvero.

     

    Piaccia o non piaccia comunque stavolta le cose sono diverse. Per esempio perché mai dare fiducia, dice la gente, a chi da amministratore si candida e dunque fa e tenta il balzo carrieristico politico, ambizioso, personali interessi. Se la gente fosse furba capirebbe che chi ha amministrato e ora si candida non dovrebbe riavere la fiducia visto come ha amministrato ma siccome la gente al solito sceglie sempre chi si merita si tornerà probabilmente a vedere le solite cose di prima, anzi stavolta è sicuro, le promesse si manterranno. In realtà, la gente lo sappia, chi si presenta e fa promesse altro non fa che cercare di salvare se stesso e mantenere o avere il suo posto al sole mentre delle tragedie altrui non si interessa. Il problema è sempre lo stesso e cioè che i guai esistono solo se capitano a noi stessi, quelli degli altri restano degli altri. E questo il mondo politico lo sa bene.