Nel gennaio dello scorso anno era stato ammesso a finanziamento dal ministero dell’Interno con il supporto di quello dell’Economia e Finanze. Somme che effettivamente sono state poi assegnate, al comune di Alcamo, il 29 luglio scorso. Adesso la giunta Surdi, che aveva deliberato nel luglio del 2019 un elaborato di primo livello, ha approvato il progetto esecutivo di rigenerazione urbana “Urban Sunrise” riguardante il quartiere di Maria Ausiliatrice, l’ex villaggio regionale, che sorge fra il corso dei Mille e zona Tre Santi. Si tratta di fondi del PNRR, 4.785.000 euro, destinati a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale.
“Alla base del nostro lavoro – ha detto l’assessore alle Opere Pubbliche Mario Viviano – c’è la fiducia in un progetto di architettura urbana che considera la città un sistema, elimina gli impedimenti, facilita le relazioni tra le persone, risana le parti degradate del tessuto sociale, perché il contrasto alla povertà – ha aggiunto Viviano – si realizza proprio tramite il recupero e la rivitalizzazione di aree degradate.
Le opere del progetto ‘Urban Sunrise’ prevedono interventi su aree urbane pubbliche, sia aperte che recintate. Un percorso pedonale protetto, 32 pareti abbellite con murales, la sistemazione della aree interne agli isolati delle case popolar con zone per sport, giardini e arredi urbani, i murales di Street art, una zona per il gruppo cinofili dei vigili del fuoco, gli orti urbani, attrezzature sportive nel plesso Woitjla.
I siti recintati avranno una gestione comunale o un affidatario esterno. Il progetto prevede anche l’illuminazione pubblica e la videosorveglianza. L’ex villaggio regionale avrà quindi un nuovo aspetto ma non in maniera integrale. Resta infatti sospesa un’altra grande opera pubblica che riguardava la stessa zona e quella di Sant’Ippolito e che, fra le altre cose, prevedeva la costruzione di un altro piano negli uffici comunali dell’ex carcere, ma soprattutto il recupero di alcune palazzine popolari disabitate, chiuse da tempo e soggette ad un evidente degrado.
Insomma si rischia di fare un’operazione di abbellimento che però non andrebbe a recuperare decine di alloggi popolari da destinare alle famiglie alcamesi che ne hanno bisogno. Questo famoso progetto, che finora ha prodotto il risarcimento dei danni alla ditta appaltatrice, la campana SOCIM, che aveva subito la rescissione del contratto da parte del comune, risale a una quindicina di anni fa. Adesso gli uffici tecnici comunali hanno proposto alla Regione alcune modifiche sostanziale degli interventi previsti dall’appalto di oltre sei milioni di euro assegnato, la prima volta dal comune di Alcamo, nel dicembre del 2013.