Risolta in un paio di giorni l’empasse del conferimento rifiuti scaturita dallo stop all’impianto della Vincenzo D’Angelo di contrada Citrolo. L’azienda aveva chiesto l’ampliamento dell’autorizzazione, circa 25.000 tonnellate, per completare l’anno ma il dipartimento ha invece rinvenuto qualcosa da mettere a posto nelle carte: Insomma una serie di cavilli tecnico-burocratici che hanno temporaneamente fermato la piattaforma alcamese.
Il decreto del direttore generale del dipartimento, il numero 1275 di ieri, ha quindi concesso ai comuni di Alcamo e di Castellammare del Golfo di conferire i rifiuti solidi urbani non pericolosi negli impianti della Trapani Servizi. La cittadina alcamese potrà conferirne una quantità giornaliera pari a 4 tonnellate mentre quella castellammarese fino a 21. I rifiuti lavorati a Trapani con il trattamento meccanico biologico dovranno poi essere smaltiti in impianti convenzionati con lo stesso gestore.
Il provvedimento del dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti è già valido e rimarrà in vigore fino nuova e diversa disposizione. Gli uffici regionali hanno anche stabilito che le quantità indicate nel decreto non costituiscono massimi inderogabili né per i comuni di Alcamo e Castellammare del Golfo e nemmeno né per la Trapani Servizi come gestore dell’impianto. Se quest’ultimo avrà infatti altri spazi disponibili per il conferimento dei Rifiuti Solidi Urbani, potrà aumentare la disponibilità verso i due comuni.
Intanto ad Alcamo, fino a questa mattina, l’indifferenziato è rimasto in strada. L’azienda che effettua il servizio, infatti, con la chiusura della “D’Angelo” si è ritrovata senza impianto in cui conferire. Adesso, con il nuovo decreto, potrebbe anticiparsi il turno di raccolta. In caso contrario si rischia di riempire la città di aria maleodorante e di insetti.