La battaglia politica ma anche legale fra Giacomo Tranchida, riconfermato sindaco di Trapani, e Maurizio Miceli, arrivato secondo, non conosce pause. Quest’ultimo, esponente di Fratelli d’Italia, aveva anche proposto un ricorso elettorale per presunte irregolarità avvenute in 29 sezioni, contro il primo cittadino di Trapani e nei confronti di alcuni consiglieri comunali. Il sindaco trapanese e gli esponenti del massimo consesso civico Anna Lisa Bianco, Andrea Genco, Claudia La Barbera e Ilenia Poma, hanno adesso conferito mandato difensivo agli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia che si sono costituiti in giudizio per chiedere che il ricorso venga dichiarato inammissibile o rigettato.
Il Presidente del T.A.R. di Palermo ha fissato l’udienza per il prossimo 7 novembre e, in tale sede, il Giudice Amministrativo si pronuncerà sull’ammissibilità del ricorso, sulle censure formulate da Miceli, che fra l’altro è un avvocato, e sulle eccezioni sollevate dai legali Rubino e Impiduglia nell’interesse di Tranchida e degli altri eletti. Il ricorso di Maurizio Miceli, entrato in consiglio comunale come primo dei candidati a sindaco non eletti, punta soprattutto ad ottenere la redistribuzione dei seggi. Alla coalizione di Tranchida sono stati attribuiti 16 seggi, mentre a quella di Miceli ne sono stati assegnati 7 più quello dello stesso leader locale di Fratelli d’Italia. Le battaglie fra Miceli e Tranchida vanno avanti anche sul piano politico e della dura polemica. L’esponente dell’opposizione, che chiama sarcasticamente il primo cittadino trapanese Giacomo Turano, non perde mai l’occasione per sottolineare i gravi problemi che riguardano alcuni settori dell’amministrazione comunale a cominciare dalle condizioni degli impianti sportivi a quelle del depuratore e delle pompe di sollevamento. Tranchida risponde invece con lo sventolio di progetti e opere pubbliche che godono già di stanziamenti certi.