Un castellammarese di 70 anni, ex dipendente pubblico, in carcere a San Giuliano; una donna romena fermata in Toscana, a Piombino, e posta ai domiciliari, e un calabrese del Cosentino nei confronti del quale è scattata la stessa misura cautelare. Sono i tre protagonisti di un’indagine messa a segno dai carabinieri del comando di Alcamo e da quelli della sezione criptovalute del comando antifalsificazione monetaria di Roma e che ha fatto luce su oltre cento fra truffe on-line ed estorsioni.
I tre, su richiesta della Procura della Repubblica, sono stati sottoposti alle misure cautelari perché indagati, a vario titolo, per estorsione, truffa, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Le articolate e complesse indagini che anno fatto luce su numerosi episodi messi a segno ai danni di decine di vittime sparpagliate su tutto il territorio nazionale.
Determinante il lavoro specializzato della Sezione Criptovalute dei carabinieri che ha permesso di ricostruire come il settantenne castellammarese e i suoi complici, operando on-line anche dal Livornese e dal Cosentino, fossero riusciti a confezionare almeno 50 estorsioni e più 60 truffe. Prima il raggiro, il cosiddetto love scam (fasulle relazioni sentimentali via social network), e poi la sextortion cioè costringere la vittima a versare denaro con la minaccia di diffondere materiale audiovisivo dal contenuto sessualmente esplicito. In questa maniera i tre arrestati sarebbero riusciti a raccogliere ingenti capitali che ripuliti, attraverso complesse transazioni finanziare nazionali ed estere, venivano poi reinvestiti nell’acquisto di bitcoin o altre criptovalute.
Durante le indagini i carabinieri hanno anche sequestrato, nel corso di alcune perquisizioni, svariato materiale informatico anche riguardante sconosciute piattaforme di investimento in criptovalute.