Reintegrati medici “no vax” nel trapanese, persiste mancanza personale nei Pronto Soccorso

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Erano stati sospesi dal servizio sanitario a seguito dell’obbligo di vaccinazione, contro il quale, lo scorso anno, oltre 1200 medici italiani si erano opposti. Sono 1.878 quelli che adesso potranno rientrare effettivamente in servizio, a seguito del decreto legge con il quale l’odierno Consiglio dei Ministri ha anticipato al 1° novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti – Covid per i professionisti sanitari. A Trapani, Vito Barraco, attuale presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del trapanese, ha firmato il provvedimento con il quale viene annullata la sospensione dei sette medici operanti in provincia di Trapani, colpiti dal provvedimento di sospensione.

Se la sanità trapanese sembra essersi adeguata alle nuove disposizioni ministeriali, così non è stato per le province di altre regioni del meridione da subito intervenute per impedire che i medici non vaccinati entrino in contatto con i pazienti. La reintegrazione dei medici “no – vax”, secondo il governo Meloni, servirebbe anche a coprire i posti vacanti della sanità pubblica: già, peccato che dei 3.500 medici ad oggi non ancora vaccinati, tantissimi sarebbero in età pensionabile. Dello stesso avviso è il presidente Barraco secondo il quale, infatti, l’adozione della misura in questione non servirebbe a risolvere il problema: “Non basteranno questi medici reintegrati – dichiara Barraco – a livello nazionale, per assicurare livelli di assistenza adeguati alle necessità del Paese.

Si consideri che la situazione al momento più evidente riguarda i pronto soccorso dove, dopo due anni di emergenza Covid, c’è da gestire la lunga ondata dei pazienti che hanno rinviato le cure proprio a causa della pandemia. Nei pronto soccorso mancano all’incirca 4.500 medici”. Per quanto riguarda la sanità trapanese, aggiunge il presidente dell’OMCE – “qualcosa si sta muovendo grazie alla programmazione di una seria di concorsi e all’assunzione dei neolaureati in medicina nelle Guardie Mediche. La parola d’ordine deve essere ‘programmazione’, altrimenti fra pensionamenti e blocco di assunzioni rischiamo di ritrovarci con un ancora più serio problema assistenziale”.