Referendum: “no” schiacciante a Partinico, Carini, Balestrate, Alcamo e Castellammare

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Alla sconfitta sonante del referendum in Italia ha contributo in modo massiccio anche il comprensorio del Golfo di Castellammare e Carini. Neanche nelle grandi città di provincia, governate da Partito Democratico o che comunque hanno una loro componente amministrativa, è riuscita a reggere l’onda d’urto dei contrari a che si cambiassero alcune aspetti sulla Costituzione che avrebbero comportato anche degli effetti sui costi della politica, come l’abbattimento del numero dei senatori e del Cnel, il consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Il tonfo del “sì” a Partinico è stato davvero fragoroso, tra i Comuni dove si è registrato il maggior numero di “no”. Sui poco più di 13 mila elettori andati alle urne, il 53,1 per cento degli aventi diritto, soltanto in 3.085 hanno votato favorevolmente mentre sono stati 10.146 i contrari, cioè il 76,7 per cento. Incredibile se si considera la presenza dei Democratici all’interno del palazzo di città con un sindaco, un assessore e ben 7 consiglieri comunali sui 30 dietro gli scranni. C’è comunque da dire che qui il partito è andato alle urne spaccato, con la segretaria cittadina Franca Sicula in testa a schierarsi a favore del “no”. Se anche qui il voto del referendum dovesse avere un valore politico probabilmente dovrebbe venire giù l’intero palazzo di città. Da considerare che un voto così schiacciante per il “no” non si è registrato nemmeno ad Alcamo, città tra le più grilline d’Italia, e sappiamo che il Movimento 5 Stelle ha fatto una serrata campagna elettorale per contrastare le modifiche della Costituzione proposte al referendum. Qui c’è stata tra le più alte affluenze alle urne nel comprensorio: il 63,4 per cento hanno votato e il no si è attestato al 71,3 per cento, contro il 28,7 per cento dei sì. Sostanzialmente stesse proporzioni nella vicina Castellammare del Golfo, dove l’amministrazione comunale ha una sua forte componente del Pd al suo interno: il vicesindaco e tre consiglieri comunali. sono stati 4.921 i contrari al referendum, pari al 71,4 per cento, contro 1.969 voti favorevoli pari 28,6 per cento. Ritornando nel palermitano a Carini, altra città di marca Pd potendo contare sul sindaco Giovì Monteleone e su una forte componente di consiglieri comunali, c’è stata un’altra batosta per il governo nazionale: i “sì” sono stati appena 3.371, cioè il 22,8 per cento di coloro i quali si sono recati alle urne, contro 11.422 voti racimolati dal “no” pari al 77,2 per cento. Si innesca la polemica invece a Balestrate dove anche qui ha stravinto il “no” con il 75,6 per cento di voti: “Considerando che gran parte dell’amministrazione comunale ha fatto campagna elettorale per il sì – afferma il consigliere comunale Rosario Vitale – il dato del referendum riflette esattamente la volontà dell’elettore. Segnale che l’elettorato balestratese è così maturo da anticipare ufficialmente la cacciata di questa amministrazione”.