“Purceddu” e i complimenti di Carlo III al melone di Alcamo

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“Purceddu”, il melone che assaggiò e ricevette i complimenti del principe Carlo, oggi Re d’Inghilterra. Ottobre del 2004, l’associazione alcamese “Kafisu” partecipa al Salone del Gusto, che si svolse al Lingotto di Torino. L’alcamese Nunzio Bastone, presidente del “Kafisu”, è il responsabile del presidio Slow Food per il melone “purcddu”, fino a qualche anno fa prerogativa degli agricoltori alcamesi. Il principe Carlo si fermò davanti allo stand. Rivolse numerose domande su questo tipo di melone e prima di salutare: “si augurò di vedere presto arrivare ad Harrods questo melone che tanto ha solleticato il mio palato. Bravi, Spero di poterlo inserire nella frutta di Buckingham Palace”.

Complimenti anche da parte di Carlo Pedrini, presidente di Slow Food, che ebbe parole d’elogio per questa produzione nel corso del meeting conclusivo con i giornalisti di tutta Italia. Un momento di grande pubblicità per il “purceddu” dalla buccia verde rugosa, che non si è riusciti a sfruttare.  Si semina a maggio e si raccoglie a partire da agosto. Gli alcamesi approfittavano di questo periodo per la coltivazione poichè in campagna c’è poco da fare in attesa della vendemmia. Ha il pregio di essere dolce e gustoso fino a Natale e anche oltre, quindi è un melone d’inverno. Fino a qualche anno fa è stato tipico di Alcamo. Negli anni di massimo splendore il giro d’affari ha sfiorato i tre milioni di euro.

Quasi tutta la produzione prendeva la via del Napoletano. Falliti i tentativi di creare consorzi per la commercializzazione anche perché la vendita avveniva in campagna e i produttori, pagati in contanti, preferivano intascare subito invece di aspettare sino a Natale con un prezzo ben remunerativo.  Fino a tre anni fa in contrada Tre Noci ha funzionato un centro di raccolta con un ammasso di mille quintali.  Il costo della manodopera. La spesa per i semi. La mancanza di un ricambio generazionale. Quasi inesistenti le campagne di promozione hanno determinato il tramonto del “purceddu” alcamese.  Ora in molti si dedicano alla coltivazione del melone giallo, del quale si registra un vero boom.

Ma questi vanno consumati quasi subito perché non sopportano una lunga conservazione. “Fino a qualche anno fa – dice Nunzio Bastone – già presidente del Consorzio Kafisu, gli alcamesi coltivavano circa mille ettari di terreno. Oggi si calcola che sfiorino poche decine di ettari”.  Ad Alcamo tante famiglie conservavano sui balconi il “purceddu” per gustarlo in inverno e anche a Natale. Ora di questo melone rimane anche il prestigioso appezzamento di Carlo III e tanta amarezza in coloro i quali hanno creduto in questa produzione. Da sei anni si coltiva anche nell’Alcamese il melone giallo, oggi prevalentemente venduto dai fruttivendoli o in strada. All’ingrosso si vendono a 30-40 centesimi al chilo. Al dettaglio a 0,60-070 centesimi.