E’ un rito che si perpetua da millenni. E’ chiaro che oggi è tutto cambiato e quel rito che riguarda la produzione di olio per le nostre zone e un fattore economico importante. Ma i prezzi sono molto bassi e al duro lavoro non corrisponde un guadagno adeguato. Guadagno che oggi i nostri produttori di olio rischiano di vedersi azzerato. La causa, oltre alle varie sofisticazioni, ad oli venduti come extravergini, ma che di extravergine hanno solo il colore artefatto, è il via libera dato dall’Unione europea, avallato dal governo italiano, all’ingresso di oltre 35 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a «dazio zero» che stanno per arrivare sul nostro mercato. Intanto scatta la mobilitazione dei produttori della Valle del Belice, famosa per la “nocellara” apprezzata in tutto il mondo. Le reazioni, tra i produttori nel territorio belicino, non mancano. I frantoiani di Castelvetrano commentano così la scelta della comunità europea:«qui siamo buoni solo per pagare le tasse e del nostro lavoro non interessa a nessuno. Quest’olio che arriva dall’Africa danneggia tutta la filiera dell’olio e sarà crisi profonda per il comparto». «Continua la reiterata mancanza di tutela dei produttori olivicoli italiani – dicono in coro. I nostri politici non si rendono conto del grave danno arrecato ad un comparto come quello olivicolo che, soprattutto in Sicilia, è fondamentale per la tenuta dell’economia. Noi sottoposti a norme e i pressanti vincoli e il Governo autorizza l’immissione sul mercato di un prodotto senza controlli di qualità. Siamo indignati». Rincara la dose la Coldiretti Sicilia che scrive in un comunicato: «l’olio tunisino costa meno di due euro, ha il record di offerte speciali nella grande distribuzione e mortifica la produzione isolana». A Partanna si mobilita il consiglio comunale, mentre l’europarlamentare alcamese Ignazio Corrao ha fatto sentire forte la voce dei produttori a Bruxelles dove certi soloni non hanno idea della qualità e bontà dei nostri cibi. Vi ricordate delle cervellotiche prese di posizione: non alla pizza con i forni a legna. No alla carne alla brace perché fanno male alla salute. Ma solo se fossero consumati ogni giorno e in grandissima quantità. Questi signori dell’Unione europea non sanno cosa è il mangiare sano e di qualità. E oggi hanno deciso di imporre l’olio tunisino. Un consiglio: acquistiamo e consumiamo prodotti italiani, che sono i migliori. E che c’è per esempio di più buono che mangiare pane appena sfornato con il nostro l’olio?