Alpauno

Processo ‘Phimes’, PM chiede condanne pesanti. Tre anni per ex sindaco PD di Calatafimi

Gravi irregolarità nella gestione dei parcheggi dell’area archeologica di Segesta. Malagestio che aveva portato nell’ottobre del 2020 ad arresti e avvisi di garanzia nell’ambito dell’operazione Phimes messa a sego dai carabinieri. Il processo dovrebbe concludersi il 4 luglio prossimo ma la sentenza potrebbe anche slittare. Il PM Sara Morri ha chiesto pene pesanti per gli 8 imputati. Al centro dell’inchiesta, l’imprenditore di Vita Francesco Isca, indicato come il principale artefice di un sistema opaco per la gestione monopolistica dei parcheggi a ridosso del Parco archeologico. Per lui, la Procura ha chiesto una condanna a otto anni di reclusione. Altri imputati sono l’ex sindaco di Calatafimi Vito Sciortino, per cui si chiede una pena di tre anni, e diversi ex membri del comando di Polizia Urbana: Giorgio Collura (nove mesi), Salvatore Craparotta (otto anni e sei mesi), Leonardo Accardo e Vito Accardo (tre anni ciascuno). Infine, per Giuseppe Ferrara e Maria Giusy Craparotta – considerati prestanome di Isca nella gestione del parcheggio “Archeodromo” – il Pm ha chiesto due anni a testa. Secondo l’accusa, tutti gli imputati avrebbero collaborato, con ruoli differenti, per garantire a Isca un monopolio assoluto nella gestione dei parcheggi a pagamento, a discapito del parcheggio pubblico gratuito che era da sempre a disposizione dei visitatori del sito archeologico. La chiusura di quest’ultimo, disposta con un atto non protocollato e privo di fondamento giuridico dall’ex sindaco PD Vito Sciortino, avrebbe favorito l’attività di Isca. Fondamentale per l’apertura dell’inchiesta è stata la denuncia della Società Geografica Siciliana, da tempo attiva nella tutela del patrimonio storico e archeologico dell’isola.

 

 

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